"Il tramonto dei banchieri centrali." È questa l'immagine scelta da Tad Rivelle, chief investment officer fixed income di TCW, per fotografare il momento della politica economica e monetaria globale, bloccata in una fase di crescita lenta, tassi a zero e inflazione immobile nonostante la pluralità di misure straordinarie messe in campo.

 

 

Credito facile significa debito di qualità sempre più bassa. Un'estrema sintesi per affermare come la garanzia di poter ottenere denaro a costo zero, utilizzata come elemento per favorire la crescita, in realtà la ostacoli, permettendo a aziende non profittevoli di sopravvivere e inibendo la ricerca di innovazione e di maggiore produttività in ogni settore. "Se consideriamo le similitudini con il 2007 - si legge nell'analisi di Rivelle - sembra di essere nel film “Ritorno al Futuro”: i livelli di indebitamento, specialmente per il corporate, non sono tornati indietro, ma hanno superato quelli toccati prima della crisi finanziaria. In questo modo, è inevitabile che un’espansione alimentata da una bolla del credito vada incontro a un finale tragico", come sembra del resto confermare il confronto relativo agli Stati Uniti fra la traiettoria dei prezzi cumulativi degli asset e la traiettoria del PIL.

 

 

"In pratica - chiarisce il chief investment officer fixed income di TCW - le politiche monetarie inflazionistiche non possono essere la risposta ai problemi causati da una politica monetaria inflazionistica", invitando gli investitori a prepararsi all'epilogo di un cortocircuito destinato inevitabilmente a rompersi. "In queste circostanze - conclude - il nostro consiglio è sempre quello di evitare gli asset esposti alla rottura quando entreremo nel periodo di de-leveraging e guardare piuttosto a quegli asset che si piegheranno senza rompersi."