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MiFID II: ecco perché spaventa i gestori

11/21/2016

I requisiti di trasparenza nelle fasi pre e post negoziazione avranno un impatto considerevole sulle imprese. I risultati di un recente sondaggio di State Street su asset manager ed hedge fund


L’arrivo della MiFID II ha messo in allerta gli operatori del settore che si aspettano un impatto considerevole sulle imprese di investimento dai requisiti di trasparenza richiesti dalla nuova normativa nelle fasi di pre e post organizzazione. Secondo un recente sondaggio di State Street Corporation che ha coinvolto 100 operatori globali del settore, circa tre quarti dei gestori (73%) sono preoccupati per le sfide poste dall'applicazione delle nuove regole che entreranno in vigore a partire dal 3 gennaio 2018. La MiFID II è nata per incrementare il livello di tutela degli investitori e includerà nuovi obblighi informativi relativi a costi e commissioni, nuove condizioni stabilite per la progettazione e la distribuzione degli strumenti finanziari e maggiori requisiti di trasparenza nel pre e post vendita per gli strumenti finanziari equity, equity-like e non-equity.

Del resto le regolamentazioni come la MiFID II, sebbene in vigore dal 2018, stanno già avendo effetti sulle società: il 78% degli intervistati dichiara che il tempo passato a confrontarsi sulle regolamentazioni con il senior management e il proprio board è in aumento. Nel complesso è emersa l’esigenza di linee guida attendibili: il 76% degli intervistati osserva che un livello di formazione adeguata permetterebbe alle proprie società di implementare al meglio i cambiamenti. L’indagine rileva inoltre che, per attuare il cambiamento richiesto dalla nuova normativa, il 60% circa degli intervistati ritiene che migliori strumenti di data e analytics possano aiutare a muoversi in un contesto sempre più complicato.

“Il settore si sta adattando a un contesto di mercato sempre più regolamentato”, ha dichiarato Sven Kasper, Responsabile EMEA Regulatory, Industry & Government Affairs di State Street. “Oggi più che mai, tutti gli operatori di mercato devono capire le misure proposte ed essere capaci di applicarle velocemente in modo da stare al passo con i cambiamenti delle condizioni di liquidità del mercato”. Il livello di reporting richiesto è infatti notevole in termini di dati, e gli strumenti che lo agevolano sono di sempre maggiore interesse per i nostri clienti.

“MiFID II promuove inoltre la transizione verso le piattaforme elettroniche. Nonostante sia un cambiamento ben accolto dal moderno day trading, le piattaforme di negoziazione dovranno garantire un livello di sicurezza efficace e la predisposizione di sistemi in grado di assicurare il rispetto dei requisiti di conformità e controllo in modo continuativo” aggiunge Kim Newell-Chebator, responsabile EMEA Global Markets di State Street. Ma ci sono anche degli aspetti positivi della nuova normativa. “Il maggior livello di trasparenza richiesto da MiFID II nelle attività di trading sugli Etf e nella sottostante liquidità probabilmente aumenterà la fiducia degli investitori e, di conseguenza, il loro interesse per questi prodotti” conclude Rory Tobin, global co-head di SPDR Etfs di State Street Global Advisors.

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