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M&G, sul referendum italiano attenzione al "bias di disponibilità"

11/23/2016 | Davide Mosca

Molti commentatori internazionali tendono a caricare di significati estrinseci il voto del 4 dicembre. Maria Municchi, team multi-asset di M&G Investments, spiega come da questa distorsione possano nascere opportunità di investimento


"Estrapolare dalla Brexit il potenziale risultato del referendum italiano rappresenta un buon esempio del cosiddetto bias di disponibilità, ovvero prevedere che qualcosa possa succedere solo perché un evento analogo, spesso accaduto nel passato recente, ci affiora alla mente". Maria Municchi, team multi-asset di M&G Investments, guarda ai commenti internazionali sui possibili scenari post-referendum costituzionale italiano e mette in guardia da ipotesi catastrofistiche che arrivano fino ad una crisi irreversibile della moneta unica in caso di vittoria del "no".

 

 

Inevitabile che il flop dei sondaggi in occasione delle ultime consultazioni di rilevanza internazionale porti ulteriore incertezza nelle previsioni scontate dai mercati, ma, secondo Municchi, si nota una complessiva incapacità di analizzare le specificità della situazione italiana. In particolare se si considera il forzato paragone con Brexit. "Secondo gli estranei alla situazione - fa notare la manager di M&G Investments - un rifiuto della riforma costituzionale potrebbe provocare livelli nuovi e senza precedenti di instabilità politica. Ma l’Italia - prosegue - ha alle spalle 63 governi e 27 primi ministri negli ultimi 70 anni, e un rifiuto delle riforme proposte significherebbe semplicemente che le cose continuerebbero lungo lo stesso percorso di instabilità."

 

 

 

Nulla fa presagire significativi contraccolpi di lungo periodo, insomma, nonostante sia ovvio un aumento della volatilità ed un impatto nell'immediato negativo sui prezzi degli asset in caso di un respingimento della riforma costituzionale. Che a questo segua necessariamente una crisi di governo e che questa provochi, inoltre, un terremoto nell'intera eurozona, è un altro conto. "Come sempre - conclude Municchi - la nostra posizione consiste nell’evitare di prevedere il risultato di questo evento e valutare l’atteggiamento del mercato nei confronti di quello che resta uno dei mercati finanziari più convenienti del mondo." Che potrebbe diventare ancora più conveniente se dovesse aumentare una non pienamente motivata preoccupazione internazionale.

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