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Hakansson (East Capital): "Gli emergenti sono tornati"

2/8/2017 | Davide Mosca

Peter Elam Hakansson, cio e fondatore della casa di investimento svedese, a Milano per la presentazione dell'outlook 2017, spiega come siano rendimento, crescita e valutazioni a guidare il ritorno degli investitori sull'asset class


Peter Elam Hakansson, cio e fondatore di East Capital, casa di investimento svedese con specializzazione ventennale nelle strategie azionarie sui mercati emergenti e di frontiera, a Milano per la presentazione dell'outlook 2017, spiega come siano rendimento, crescita e valutazioni a guidare il ritorno degli investitori sull'asset class. 

 

 

I rendimenti reali, in particolare, afferma Hakansson, "rimangono alti supportando il tema obbligazionario che, a sua volta, dovrebbe sostenere le valute, elemento positivo per l'equity". Se a questo fattore si somma un differenziale di crescita tra economie sviluppate ed emergenti destinato ad alzarsi e valutazioni inferiori di oltre il 20% rispetto ai loro massimi, è possibile comprendere la ripresa dei flussi di investimento. Circostanza confermata in modo diretto da Daniele Mellana, director di East Capital, che ha inoltre sottolineato come dopo un 2016 caratterizzato da una forte attenzione per le economie occidentali, generato perlopiù da avvenimenti politici, Brexit e elezione di Trump su tutti, il nuovo anno si sia aperto in modo del tutto differente. 

 

 

In termini di Peasi il focus continua ad essere principalmente sulla Russia, significativa fonte di performance nel 2016. Per il 2017 l'attenzione sarà, tra gli altri, su Turchia dal lato emergenti, nonostante la difficile situazione politica, e Argentina in realzione alla strategia globale sui mercati di frontiera. Prosegue, inoltre, il cammino verso una finanza sempre più sostenibile promosso dall'asset manager scandinavo che effettua ormai da anni un vero e proprio screening ESG con potere di esclusione dall'universo di investimento di quelle realtà che non soddisfino almeno 7 dei 10 criteri individuati dal team interno dedicato. Una delle ultime novità su questo fronte è stata il lancio nel 2016 del fondo East Capital China Environmental, una strategia ambientale dedicata alla Cina e alle sfide che il gigante orientale ha deciso di affrontare. "La Cina  - ha speigato Louise Hedberg – head of sustainability & ESG, portfolio management team di East Capital - destinerà annualmente circa 2,5 trilioni di renminbi a questi temi entro il 2020 e ad oggi può vantare il maggior mercato clean-tech al mondo."

 

 

"Dopo 5 anni di disinteresse verso le aree emergenti - ha sintetizzato in conclusione Hakansson - il 2016 ha segnato un punto di svolta e crediamo che l’ottimismo persisterà anche nel 2017. La situazione macroeconomica globale, le riforme a livello locale e i ritrovati flussi - ha aggiunto - supportano il caso di investimento per gli investimenti azionari nelle aree emergenti e di frontiera. Come East Capital continueremo attivamente a focalizzarci su aziende di qualità che siano anche sostenibili."

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