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Gestore della settimana: "Cosa ci piace (e cosa no) nel debito emergente"

5/22/2017 | Massimo Morici

AdvisorOnline.it ha intervistato Oli Shakir-Khalil, associate director per gli investimenti obbligazionari di Fidelity International


Nel corso degli ultimi anni gli investitori si sono indirizzati sulle obbligazioni dei mercati emergenti per far fronte a uno scenario di tassi sempre più bassi nei mercati sviluppati. “Ma non è facile selezionare le diverse tipologie di debito dei mercati emergenti e decidere quando sovrappesare o sottopesare una componente rispetto ad un’altra” spiega Oli Shakir-Khalil (nella foto), associate director per gli investimenti obbligazionari di Fidelity International. AdvisorOnline.it lo ha incontrato a Milano in occasione della presentazione di FF Emerging Market Total Return Debt Fund, un fondo che investe in maniera fortemente flessibile in obbligazioni societarie e governative, in valuta forte ed in valuta locale, in America Latina, Sud-Est asiatico, Africa, Europa orientale e Medio Oriente.

Selezione, dunque, è la parola d'ordine in un’asset class che è tornata in voga tra gli investitori per via dei rendimenti allettanti rispetto a quelli che in media si trovano oggi sui mercati obbligazionari statunitensi ed europei. Ma attenzione all’entusiasmo: nonostante la popolarità, non mancano aree di attenzione. “Il primo elemento da monitorare? Senza dubbio la politica monetaria della Fed. Tutti ricordiamo il Taper Tantrum quattro anni fa, quando l’annuncio dell’allora numero uno Ben Bernanke di un’imminente riduzione degli acquisti da parte della banca centrale scatenò una fuga di massa degli investitori dai paesi emergenti. Questa volta però la Fed è molto attenta a comunicare le proprie decisioni al mercato e non credo che vedremo un impatto simile della politica monetaria USA sui paesi emergenti nei prossimi mesi, anche perché nonostante i recenti flussi, il contesto è molto più lineare e meno volatile rispetto a quattro-cinque anni fa. Gran parte degli investitori nel debito emergente oggi sono istituzionali con una prospettiva di lungo periodo” prosegue Shakir-Khalil.

Ma quali sono gli altri fattori che possono influenzare negativamente questa asset class? "Oggi bisogna tenere presenti un dollaro forte – prosegue - e in prospettiva il Treasuries decennale al 3%, un rendimento che lo rende decisamente più appetibile agli investitori che potrebbero ruotare parte dei portafogli obbligazionari verso gli USA. C’è poi il fattore Trump: il protezionismo annunciato dal neopresidente durante la campagna elettorale sulla carta non avrà effetti positivi sulle economie emergenti, in particolare sui paesi esportatori di beni. Ma anche in questo caso non vedo particolari scossoni all’orizzonte. C’è molta retorica nelle parole di Trump, ma poi non seguono i fatti. Le trattative sul Nafta mi rendono ottimista: non credo che gli USA mandino all’aria relazioni decennali stabilite con i vicini Canada e Messico”.

Parlando della Cina, la seconda economia al mondo e la principale economia emergente, Shakir-Khali è moderatamente ottimista. "Non mi aspetto un hard landing dell’economia cinese e prevedo una crescita stabile attorno al 6% nei prossimi anni" dice. Quanto agli investimenti, l’esperto suggerisce in America Latina un’esposizione al debito societario in paesi che possono contare su una solida domanda interna, come Brasile e Messico, e il debito in valuta locale in Perù e Argentina, dove le preferenza vanno ai titoli governativi a seguito dell’upgrade di Moody’s. “In Asia le valutazioni sono ancora interessanti, ma anche qui è essenziale la selettività sulla base dei fondamentali. In quest’area le nostre preferenze vanno al debito in valuta forte di paesi come le Filippine, mentre siamo sottopesati sulle due economie più sviluppate dell’area, Sud Corea e Taiwan” dice Shakir-Khalil. Sottopeso anche per il Sud Africa (“È politicamente instabile”), mentre l’esperto mantiene una view neutrale sulla Russia. Più interessante ai suoi occhi è la Turchia. “La situazione politica e geopolitica è quello che è, ma i prezzi delle obbligazioni societarie sono molto attraenti oggi, in particolare sulle banche e sul debito delle telecom” sottolinea Shakir-Khalil.

"Secondo Fidelity la selettività e la flessibilità sono caratteristiche essenziali per investire con successo nel composito universo delle obbligazioni dei mercati emergenti. FF Emerging Market Total Return Debt Fund si ripropone infatti di selezionare una ad una le migliori opportunità di investimento in questo segmento, investendo cioè nelle obbligazioni più interessanti ed evitando quelle con prospettive meno solide" conclude.

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