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Azionario: i mercati emergenti hanno ancora benzina

8/17/2017

Le valutazioni appaiono relativamente interessanti considerando l’inversione di rotta degli utili e gli sforzi di riforma


Le azioni dei mercati emergenti sono salite del 50% dopo i minimi di inizio 2016, grazie al continuo programma di incentivazione in Cina, alla domanda di numerose materie prime e alla maggiore stabilità del dollaro USA. Ma dopo una ripresa così forte, i mercati emergenti hanno forse raggiunto il massimo? Si direbbe di no, dicono Chris Thomsen e Shaw Wagener, gestori di portafoglio di Capital Group. "Anche dopo il recente rally, i ME hanno registrato un rendimento medio del 4,5% negli ultimi cinque anni, contro il 15,4% degli USA. Le valutazioni nel complesso restano interessanti rispetto ai mercati sviluppati. Ad esempio, il Brasile e la Cina sembrano relativamente convenienti, essendo scambiati a meno di 13 volte gli utili attesi l’anno prossimo. Anche gli utili aziendali sono in ripresa e storicamente ciò è un bene per le quotazioni azionarie" spiegano i due gestori.

Nel complesso, stando alle stime degli esperti di Capital Group, gli utili delle società nei mercati emergenti dovrebbero salire del 21% nel 2017, la massima crescita dal 2010 se raggiunta. In particolare, l'asset manager californiano prevede ottimi utili dal settore tecnologico, mentre le società domiciliate in India, Cina e Brasile dovrebbero registrare una crescita stabile fino al 2018 dopo diversi anni di discontinuità. Quali società potrebbero brillare in questo contesto? I due gestori citano come esempi: Tencent e Alibaba, fornitori cinesi di servizi internet innovativi che beneficiano della rapida crescita dell’e-commerce; Samsung, Taiwan Semiconductor e Hon Hai Precision, produttori asiatici di componenti elettronici sostenuti dall’aumento dei contenuti dei dispositivi mobili; le banche private indiane HDFC e Kotak Mahindra, che potrebbero essere favorite dal ritmo della crescita del Paese.

"Quando si considerano i motivi per investire nei mercati emergenti, i dividendi non saranno tra i primi della lista, ma forse dovrebbero esserlo. Dal 2003, i mercati emergenti hanno offerto una crescita dei dividendi media del 7,6% all’anno, superiore ai mercati sviluppati non USA e paragonabile agli Stati Uniti. Tuttavia, a differenza gli USA e degli altri mercati sviluppati, i rapporti di distribuzione dei mercati emergenti sono relativamente bassi, pertanto potrebbe offrire altro margine di crescita a fronte dell’aumento degli utili e del miglioramento dei flussi di cassa" concludono i due gestori. 

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