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Istituzionali: è il momento dell'investimento congiunto

9/13/2017

Oltre la metà dei detentori di asset intervistati da State Street è pronta a collaborare con altre istituzioni per investire nelle infrastrutture, real estate e private equity


L'investimento congiunto è un modo per accrescere le proprie competenze. Ne sono convinti oltre la metà degli investitori istituzionali intervistati da State Street che ha pubblicato l’ultimo studio denominato "A New Climate for Growth: Adapting Models to Thrive", secondo il quale gli investitori stanno crescendo grazie al consolidamento, agli investimenti congiunti, all’esternalizzazione di alcune funzioni chiave e alla conseguente internalizzazione di altre. Secondo lo studio, nei prossimi 12 mesi il 68%, il 65% e il 48% degli investitori intende collaborare con altre istituzioni per investimenti nel settore delle infrastrutture, real estate e private equity. Dallo studio è inoltre emerso che nei prossimi 12 mesi gli asset owner intendono incrementare la loro esposizione alle attività illiquide.

Negli ultimi cinque anni, quasi un terzo degli investitori intervistati (30%) ha internalizzato alcune attività di gestione, mentre il 23% ha intenzione di fare la stessa cosa nei prossimi 12 mesi. Inoltre, i due terzi (66%) ritengono che, nei prossimi 5 anni, gli investitori istituzionali con fondi multipli si consolideranno sempre di più. Ad ogni modo, con l’internalizzazione di un numero maggiore di funzioni aumentano anche le sfide per gli investitori. Il 53% degli intervistati ha affermato che le risorse operative si stanno progressivamente esaurendo a seguito della gestione del processo di internalizzazione, mentre il 57% ha riscontrato delle difficoltà nell’ottenere le competenze e i talenti necessari per svolgere questo processo.

Un’altra conseguenza di questo trend volto alla crescita è la revisione delle priorità, con gli investitori che scommettono maggiormente su determinate attività e ne esternalizzano altre. Oltre un terzo  (36%) ha deciso di esternalizzare determinate funzioni per potersi concentrare internamente su quelle attività che apportano più valore, con il 37% degli intervistati che esternalizza quelle funzioni che internamente non riuscivano a crescere abbastanza velocemente.

"I cambiamenti sistematici dell’ambiente d’investimento, rappresentati dall’incremento delle pressioni sul prezzo e dai rendimenti bassi per lungo tempo, rendono chiaro che i trend evidenziati dal nostro studio continueranno, poiché gli investitori mirano ad ottenere migliori rendimenti a prezzi più bassi, così da poter far fronte alle passività. La chiave per la gestione di questa strategia sarà la ricerca dei migliori partner con cui collaborare, rivalutare le risorse interne e rivedere il rendimento del supporto esterno" ha affermato Federico Viola, responsabile Asset Owners Solutions Southern Europe di State Street.

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