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Invesco, la strategia "fattoriale" crea valore

10/3/2017 | Marcella Persola

La previsione dello studio annuale del gruppo è che l'allocazione in tale strategia sarà incrementata nei prossimi cinque anni. E che...


Aumenterà l'allocazione fattoriale nei prossimi cinque anni. E' questo quanto emerge dall'Invesco Global Factor Investing Study, lo studio annuale realizzato da Invesco che evidenzia una domanda crescente di strategie multifattoriali obbligazionarie e multi-asset da parte degli investitori.

Lo studio condotto su 108 diversi fondi pensione globali, compagnie d'assicurazione, fondi patrimoniali sovrani, consulenti finanziari, consulenti patrimoniali, banche private e intermediari di 19 Paesi rivela un aumento dell'adozione e delle allocazioni ai prodotti con strategie fattoriali.

 

In particolare la previsione è che gli investitori retail incrementino in modo consistente le allocazioni alle strategie fattoriali (17%) entro il 2022, spingendo le allocazioni di portafoglio circa allo stesso livello di quelle degli investitori istituzionali, che dovrebbero salire al 18% nei prossimi cinque anni.

Durante quest’anno, le allocazioni complessive di coloro che erano già parte del campione selezionato per lo studio 2016 sono passate dal 12% al 14%. Gli intervistati del segmento istituzionale e retail continuano ad adottare su scala mondiale strategie basate sui fattori, allocando nel 2017 rispettivamente il 17% e il 6% dei loro portafogli negli investimenti fattoriali rispetto ad allocazioni del 15% e del 4% nel 2016.    

 Ma cosa sta spingendo tale strategia? In base a quanto emerge dallo studio realizzato da Invesco, l'adozione globale degli investimenti fattoriali è direttamente correlata all'interesse per le strategie obbligazionarie e multi-asset. Fino ad ora i flussi sono stati tipicamente indirizzati verso le strategie azionarie monofattoriali e multifattoriali, benché lo studio indichi un orientamento della domanda verso nuovi prodotti fattoriali. Frase che trova verità grazie alla constatazione che la maggior parte degli investitori non ha investito nella strategia preferita (68%). Per questo motivo diventa sempre più importante trovare nuove direzioni all'investimento fattoriale.

Gli intervistati hanno inoltre rivelato un trend crescente di domanda per le strategie fattoriali obbligazionarie; due terzi (68%) del campione è convinto che la teoria possa essere applicata al segmento obbligazionario, ma solo un terzo (32%) utilizza le strategie fattoriali all'interno dei propri portafogli obbligazionari. L'interesse ha investito anche i prodotti multi-asset, in particolare in Nord America e in Europa; il 52% e il 47% degli intervistati etichetta come preferite le strategie multifattoriali e multi-asset.

Sergio Trezzi (nella foto), managing director, head of retail distribution EMEA (ex UK) & Latam ha dichiarato: "La crescita del factor investing negli ultimi dodici mesi dimostra il valore che esso può avere nel portafoglio di un investitore. Per molti il processo di adozione è ancora agli albori, ma gli intervistati hanno fatto intendere chiaramente che esso assumerà maggiore importanza nel corso del tempo. Poiché le politiche delle banche centrali hanno portato i tassi di interesse ai minimi storici, gli investitori sono sempre più consapevoli del fatto che la qualità della diversificazione nei loro portafogli è molto più debole rispetto al passato. Ciò potrebbe incentivare la domanda di strategie fattoriali obbligazionarie allo scopo di ridurre il rischio e di migliorare la diversificazione e la performance. Gli investitori, oltre che alle strategie obbligazionarie, si stanno dimostrando interessati all'espansione degli investimenti fattoriali in ambito multi-asset, sottolineando l'opportunità di sviluppo dei prodotti.

"Considerando il fatto che solo un terzo degli investitori è riuscito ad allocare una quota di portafoglio nelle strategie fattoriali preferite, riteniamo che questi prodotti siano la prossima evoluzione dopo gli investimenti fattoriali in azioni. In questo modo saremo in grado di fornire agli investitori una più ampia gamma d’offerta, rafforzando ulteriormente gli investimenti fattoriali come terzo pilastro a fianco alle strategie attive e passive fondamentali" conclude Trezzi.

 

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