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Investitori sempre più attratti dal credito alternative

1/30/2018

È quanto emerge dalla prima edizione del Global Fixed Income Study di Invesco, un’indagine sul comportamento degli investitori obbligazionari a livello globale


Molti investitori ritengono che il prolungato periodo di calma post-crisi finanziaria sui mercati dei tassi di interesse fissi stia giungendo a termine con il rallentamento degli aiuti da parte delle banche centrali. È quanto emerge dalla prima edizione del Global Fixed Income Study di Invesco, un report approfondito sul comportamento in materia di investimenti degli investitori nel mondo obbligazionario, secondo cui la maggior parte degli investitori sta cercando di capire meglio cosa seguirà al periodo di “nuova normalizzazione” degli investimenti a reddito fisso, caratterizzato da bassi rendimenti, bassa inflazione e nuovi interventi delle banche centrali.

Una minoranza significativa, invece, non pensa che possa concretizzarsi una minaccia di tempesta deflazionistica causata dalla fine del ciclo congiunturale in economie ancora fragili. Relativamente pochi investitori vedono un boom inflazionistico comunemente associato alla fine del ciclo economico, nonostante ciò sia implicito negli obiettivi politici dell’amministrazione Trump. L’indagine, che ha coinvolto 79 professionisti tra specialisti obbligazionari e cio tra Asia, EMEA e Nord America, mostra che più della metà (58%) degli investitori obbligazionari intervistati ritiene che l’economia globale sia sulla strada della ripresa, ma non sulla via della normalizzazione a cui storicamente si assiste a seguito di una recessione economica.

Secondo la maggioranza degli investitori intervistati, c’è stato uno spostamento e si prevede che il miglioramento dei "fattori chiave" sarà attenuato dai moderati tassi di crescita economica, mentre aumenti graduali dei tassi di interesse da parte delle banche centrali avranno come risultato un irripidimento delle curve dei rendimenti a breve termine più veloce rispetto a quelle a lungo termine. Resta bassa la preoccupazione sul rischio di un aumento dell’inflazione.

Dallo studio emerge che nel corso degli ultimi tre anni la principale sfida degli investitori è stata quella di navigare in uno scenario di rendimenti bassi e decrescenti anno dopo anno. Tuttavia, anche se si ritiene che lo scenario di bassi rendimenti abbia ancora il maggiore impatto, vi sono una serie di nuove sfide che avranno effetto sui portafogli obbligazionari: l’invecchiamento della popolazione, ad esempio, è una delle maggiori preoccupazioni per i fondi pensione, sia per quelli a prestazione definita sia per quelli a contribuzione definita.

Passando al portafoglio deli investitori, lo studio registra la crescita significativa nel corso degli ultimi decenni del range di sottoclassi all’interno dell’obbligazionario, che ora include un’ampia gamma di investimenti diversificati. Mentre gli asset di reddito fisso core continuano a giocare un ruolo fondamentale in molti portafogli obbligazionari, gli strumenti di credito alternative fanno sempre più parte del panorama di investimento obbligazionario degli investitori istituzionali, anche se, secondo alcuni intervistati, alcune sotto asset class sono oggi costose, in particolare il debito high yield, il credito strutturato e, in misura minore, il direct lending.

Nick Tolchard, head of Europe, the Middle East & Africa (EMEA) for Invesco Fixed Income di Invesco, ha commentato:  "Con un’economia globale avviata verso la ripresa e le banche centrali che hanno intrapreso il viaggio di ritorno verso politiche monetarie più convenzionali, gli investitori obbligazionari avvertono la fine della lunga marcia verso il basso dei rendimenti, ma rimangono incerti su quello che verrà dopo. Sia che si verifichi una nuova normalizzazione o un altro scenario, rimane la pressione sugli investitori obbligazionari per soddisfare le aspettative di performance. Gli strumenti a disposizione degli investitori sono aumentati, così come il loro utilizzo, sia attraverso i propri team che, più comunemente, attraverso partnership esterne per la gestione patrimoniale”.

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