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2018: un anno speciale per chi investe nei paesi emergenti

2/16/2018 | John Lin*

Quest'anno è prevista l’inclusione delle A-Shares cinesi nel benchmark MSCI mercati emergenti. Ecco cosa cambia per i fondi comuni


L’Anno del Cane è alle porte, così come l’inclusione delle A-Shares cinesi nel benchmark MSCI mercati emergenti. MSCI inizierà a maggio una graduale integrazione dell’ampio mercato onshore cinese, composto da oltre 3000 titoli per una capitalizzazione complessiva di 8,3 trilioni di dollari. La prima tornata prevede 222 A-Shares selezionate tra quelle già parte del regime Stock Connect, ovvero lo 0,7% del MSCI Emerging Markets Index. Tale percentuale, secondo molte stime, è destinata però a salire negli anni fino al 20%. Siamo all’alba di un importante cambiamento, ma gli investitori sono pronti? I fondi d’oltreoceano sono già entusiasti dell’ex Celeste Impero, come sottolineato da un recente studio della People Bank of China secondo il quale l’esposizione di questi ultimi all’azionario cinese è salita dell’81%.

Ora, nonostante l’87% dei fondi comuni e indicizzati che investono nei mercati emergenti già possieda titoli cinesi, e che molte A-Shares siano già disponibili, il tutto rimane confinato alle H-share offshore, scambiate a Hong Kong, e agli ADR quotati nel mercato Usa. Tre quarti dei fondi, infatti, non possiede alcuna azione onshore. Il risultato è che i titoli A-Shares, al momento, ammontano solo all’1,7% (14 miliardi di dollari) del patrimonio gestito dai fondi emergenti, e tra questi solo 10 hanno un’esposizione all’equity onshore superiore al 10%. Ci sono buone ragioni per essere cauti: il disequilibrio strutturale di un’economia fortemente indebitata; le preoccupazioni riguardo la gestione governativa degli aspetti macroeconomici; e l’elevato numero di società pubbliche presenti sul mercato. Ignorare le A-Shares, tuttavia, vorrebbe dire ignorare il pieni potenziale dell’ondata cinese.

Il comparto onshore è ricco di aziende healthcare in forte crescita che stanno offrendo i loro servizi ad una popolazione in generale invecchiamento, mentre molte imprese tecnologiche del mercato di Shenzhen sono impenetrabili dall’offshore. Senza contare la porta di accesso a beni di consumo e marchi domestici molto popolari tra la classe media. Il valore delle azioni di Kweichow Moutai, produttore del celebre liquore, ad esempio, è raddoppiato negli ultimi 12 mesi nella piazza di Shanghai. Trovare opportunità come queste è difficile in un mercato come quello delle A-Shares, notoriamente inefficiente e dominato da investitori retail che spesso non sono in possesso di informazioni critiche sulle performance delle imprese.

Possono volerci mesi, infatti, perché il mercato reagisca alle promozioni degli analisti. Il contesto suggerisce quindi un approccio diretto che si concentri sui fondamentali di lungo termini e sui temi di investimento. Ci si deve immergere nelle sfumature dell’economia cinese, conoscere le persone interne ed esterne all’azienda, e scavare a fondo per trovare le società con una buona governance. Investire in maniera efficiente richiede una comprensione profonda di come la politica si rifletta sull’economia. Mentre nei mercati occidentali la retorica politica può essere scontata, nel Dragone sono i politici a dettare le regole.

Gli investitori, inoltre, devono essere in grado di identificare le società i cui interessi non sono allineati a quelli degli azionisti di minoranza. Le imprese che includono lo Stato nel loro azionariato, infatti, tenderanno a dare priorità alle responsabilità pubbliche piuttosto che alla massimizzazione dei profitti. Allo stesso tempo, è importante avere familiarità con i grandi imprenditori che potrebbero trasferire parte di questi profitti su progetti esterni. Ci sono più di 1.900 titoli A-Shares accessibili agli investitori stranieri attraverso lo schema Stock Connect, cifra che raddoppierà le possibilità di investimento in Cina. Presto, quindi, l’esposizione all’azionario cinese aumenterà in maniera sostanziale, anche grazie allo spazio sempre maggiore che questo troverà all’interno del MSCI Emerging Markets Index. Nasceranno nuovi modi per investire nella prima economia mondiale, ma solo chi avrà una piena consapevolezza dei rischi, Portfolio manager dell’AB China A-shares Value Fund e delle sfide di questo mercato peculiare sarà in grado di farlo in maniera efficiente.

*Portfolio manager dell’AB China A-shares Value Fund

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