Le società con una maggiore presenza femminile all’interno dei consigli di amministrazione o tra i membri del top management mostrano maggiori ricavi, valutazioni più alte e payout ratio più elevati. Il risultato emerge da una recente analisi sui dati del Credit Suisse “The CS Gender 3000, Women in senior Managment”, un database che include oltre 3.000 società e 28.000 senior manager (tra cui 3.700 donne)  appartenenti a 40 paesi e a tutti i principali settori. 

 

L’obiettivo del CSG 3000, spiega l’istituto elvetico, è tracciare il mix di genere presente all’interno del senior management incrociando dati forniti dalle diverse società, i diversi settori e i diversi paesi, per valutare se cambiamenti nella composizione dei cda riflettano cambiamenti anche nella composizione dei top management delle aziende. Cambiamenti che influenzano, spesso, l'andamento del titolo nei listini: fin dall’inizio del 2012 si è registrato un +5% di outperformance su base settoriale da parte di quelle società che avevano almeno una donna in cda. Un’analisi della tendenza sul lungo periodo, inoltre, mostra un incremento nei ricavi annui addizionali del 3,7% dal 2005. 

 

Tornando ai dati, la differenza di genere all’interno dei board è aumentata quasi in ogni paese e in ogni settore, passando dal 9,6% del 2010 al 12,7% del 2013. In particolare, in Italia dal 5,5% di presenza femminile nel 2010 si è passati al 17,5% a fine del 2013. La partecipazione femminile nel top management (a.d. o alte cariche che riportano direttamente all'a.d.) però si arresta al 12,9% alla fine del 2013. L’Italia si posiziona sopra la media, al 13,9% a fine 2013. Appena  il 4% degli a.d. all’interno del CSG 3000 sono donne: anche qui l’Italia è sopra la media, al 5%.