Negli ultimi vent’anni chi ha investito in Borsa è riuscito a portarsi a casa rendimenti medi annui del 6%, battendo in 11 casi su 19 i rendimenti dei titoli di Stato. Ma negli ultimi 10 anni investire in Borsa non è stato conveniente rispetto ai Bot: al lordo di tasse e inflazione dal 31 dicembre 2004 Piazza Affari ha perso lo 0,5%, mentre i titoli di Stato hanno assicurato un rendimento sicuro del 2,3%. E’ quanto emerge dagli ultimi dati dell’Ufficio Studi Mediobanca che mostrano come da gennaio 1996 (base indici Mediobanca free float) al 15 ottobre 2014 (18 anni e 10 mesi circa), l’investimento in Borsa più redditizio sono state le azioni di risparmio, il cui rendimento complessivo (dividendi inclusi) è stato pari all’8,9% medio annuo.

Esse hanno sottratto il primato alle mid - cap (imprese a media capitalizzazione) che tuttavia, in virtù del 7,9% conseguito, battono ancora una volta le blue chips le cui quotazioni sono cresciute del 5,4% medio annuo. La performance delle small cap (piccole imprese, oltre la centesima posizione nella classifica per capitalizzazione flottante) non è andata oltre il 5%.

 

 

Dal 1996 l’investimento in Borsa ha chiuso in positivo in 15 anni su 19. Tuttavia, come emerge dai dati di Mediobanca, anche per questo dato i settori fanno la differenza: appena 5 gli anni in positivo per l’investimento bancario e 8 per quello assicurativo a fronte dell’en plein per l’impiego in titoli industriali. Investire in titoli bancari si è rivelata la scelta sbagliata rispetto ai titoli industriali per tutti gli anni di investimento iniziale sino al 2010: dal 1996, ad esempio, si tratta di un +3,5% medio annuo rispetto al +7,8% del portafoglio industriale (che in termini cumulati su circa 19 anni si traduce nel +89% contro +311%). Ancora peggiore l’andamento dei titoli assicurativi: solo +58% in 19 anni, ossia +2,5% medio annuo.