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Banche: ecco chi rischia la bocciatura di Francoforte

10/23/2014

Le pagelle di IG Markets: UniCredit e Intesa Sanpaolo promosse; UBI, Banco Popolare e Bpm rimandati, Banca Mps e Carige bocciati


Il 26 ottobre saranno pubblicati i risultati del Comprehensive Assessment effettuato dalla BCE sulle più importanti banche europee. Le tensioni evidenziate sui mercati finanziari negli ultimi giorni hanno mostrato quanto questo evento sia atteso dagli investitori. Sebbene l’obiettivo principale dell’Istituto di Francoforte sia di ristabilire la fiducia sul sistema bancario e di aumentarne la trasparenza, i risultati potrebbero evidenziare deficit di capitale che le banche dovranno colmare nel breve periodo. Di seguito pubblichiamo l’analisi di IG Markets, società di trading online con CFD.

Per analizzare il settore bancario italiano e quello europeo abbiamo preso in considerazione degli studi effettuati da due importanti centri di ricerca (l’istituto tedesco ZEW e il centro newyorchese per la ricerca in politica economica CEPR). Entrambi hanno valutato l’AQR delle 128 banche di Eurolandia calcolandone il CET1 al 31/12/2013 e sono poi passate a simulare degli stress test semplificati per avere un quadro di quale paese possa evidenziare le perfomance migliori. 
 
Nel caso italiano, solo Banca Carige evidenzia un CET1 ben inferiore all’8% nell’AQR. Anche le banche popolari non mostrano perfomance particolarmente brillanti. Negli studi esaminati l’Italia soffrirebbe notevolmente nel caso di una forte svalutazione del debito. Lo studio proposto dallo ZEW illustra come un haircut del 40% del debito italiano possa comportare uno shortfall di almeno 11 miliardi di euro. Esaminando le suddette ricerche e concentrandoci sulle manovre di aumento di capitale e sulle strategie di deleveraging possiamo assegnare dei giudizi sul comportamento delle principali banche italiane.
 
Vi sono, infatti, banche come Unicredit e Intesa Sanpaolo (promosse) che hanno portato avanti importanti aumenti di capitale (7,5 miliardi di euro per UC e 5 mld per ISP), hanno firmato un documento di intesa con il fondo USA KKR per la creazione di una “bad bank”, hanno fissato target specifici di vendita di crediti deteriorati e hanno proceduto a liberarsi di attività non core. Ben diverso invece l’atteggiamento di altre banche. Le popolari, a causa della rigida struttura della governance, sono state meno libere di procedere a manovre drastiche di miglioramento della qualità del proprio bilancio. 
 
Considerando appena che sufficienti i requisiti patrimoniali (CET1) abbiamo scelto di rimandare tali istituti di credito (UBI Banca, Banco Popolare e Bpm). Abbiamo, invece, deciso di bocciare Banca MPS e Banca Carige sulla scia dei deboli risultati che hanno evidenziato in termini di CET1 (soprattutto Banca Carige), di mancanza di progetti importanti di vendita di crediti deteriorati, di insufficienza di fondi rivolti a coprire le perdite sui NPLs.

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