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Intesa Sp, Messina: "Pronti ad acquisti nel private banking"

1/19/2015 | Alessandro Chiatto

L'amministratore delegato del gruppo svela i prossimi obiettivi del gruppo, spiegando le aree di espansione e le motivazioni della scelta


"Nell'area retail non faremo acquisizioni, mentre cercheremo la crescita esterna nei settori del private banking e dell'asset management". Parola di Carlo Messina (nella foto), amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che in un'intervista ad Affari&Finanza, svela i prossimi obiettivi del gruppo.

 

"La Cesare Ponti è una piccola realtà che non cambierebbe la nostra struttura - spiega l'a.d. - mentre diverso è il caso di Coutts, che è un marchio globale importante. Ma la Royal Bank of Scotland, che la possiede, ha messo in vendita solo la parte internazionale, volendo conservare la casamadre londinese e il marchio. A queste condizioni non ci interessa". 

 

"Cerchiamo un marchio internazionale forte a prezzi corretti, e guardiamo a Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera e Asia". 

 

"Perché stiamo crescendo in questo settore? Perché in Italia ci sta dando molte soddisfazioni e pensiamo di poter giocare un ruolo importante anche a livello internazionale. In Italia abbiamo Intesa Sanpaolo PB e Fideuram, che cominceranno ad operare anche a Londra per la clientela italiana e riteniamo che questa attività possa crescere in misura rilevante. Se pensiamo di unire le due società? Stiamo valutando se costituire una holding con due società distinte oppure due società giuridiche diverse all'interno di una stessa divisione. Quello che è certo è che i marchi resterano in vita e i bankers con i loro clienti resteranno sotto i rispettivi marchi. I prossimi passi saranno la creazione di una nuova area per i patrimoni più elevati all'interno di ISP Private Banking con un muovo marchio e la crescita esterna attraverso acquisizioni soprattutto all'estero". 

 

Capitolo asset management: "Vogliamo aumentare le dimensioni e internazionalizzare questa attività, lo faremo scegliendo il partner giusto, ma conservando il 51%. La precondizione di tutto è che non cederemo il controllo del risparmio degli italiani. L'obiettivo è crescere, e sia il private che per l'asset management sono pronto a considerare la possibilità di quotare le due società se può rendere più facile questo processo di crescita". 

 

"Se stiamo cambiando il nostro dna? Noi siamo una banca e continueremo a esserlo. Poi abbiamo avuto l'intuizione di diversificare nel settore del risparmio e dell'investment banking, che con i loro profitti ci hanno consentito di andare avanti in questi anni nei quali le sofferenze si mangiavano tutti i margini da intermediazione". 

 

 

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