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Unicredit, nel nuovo piano punta su asset management e private banking

11/11/2015 | Marcella Persola

Il cda ha approvato il piano al 2018 che prevede un potenziamento nel gestito, nell'asset gathering


Essere una grande banca commerciale pan-europea con business diversificato e accelerare l’esecuzione del piano per aumentare l’efficienza e il profitto. Sono questi i due obiettivi annunciati da Unicredit nel piano strategico 2018 approvato oggi dal Cda.

 

I principali target che il gruppo si è posto riguardano una solida base patrimoniale, con un CET1 ratio fully loaded al 12,6%; la riduzione dei costi operativi per 1,6 miliardi; un ritorno sul capitale tangibile dell’11%; monte dividendi cospicua, pari ad una percentuale di distribuzione dell’utile del 40% in media nel periodo di Piano. L’esecuzione del piano, così come riporta una nota stampa, si concentrerà su cinque azioni chiave: taglio dei costi sia del personale sia delle altre spese operative, cessione o ristrutturazione dei business poco redditizi; forte focus sulla nuova evoluzione digitale, che permetterà la trasformazione in banca multi-canale; diventare un gruppo più semplice ed integrato, con la chiusura della sub-holding austriaca e di trasferire le partecipazioni della CEE sotto il diretto controllo della holding UniCredit entro fine 2016; sfruttare i business in crescita in particolare asset management e asset gathering. A livello di numeri è atteso un utile netto di 5,3 miliardi e RoTE all'11%

 

Sul fronte del gestito UniCredit vuole focalizzarsi sul segmento in quanto lo considera ad alto potenziale di crescita in grado di contribuire con 2 miliardi di commissioni addizionali su un totale di commissioni pari a 9,6 miliardi nel 2018. Il Gruppo stima che le Attività Finanziarie Totali (TFA) continueranno ad aumentare, e che le attività dei clienti vengano riallocate favorendo la sostituzione di altre TFA in risparmio gestito. In Italia, le TFA sono attese in aumento di 78 miliardi e la penetrazione del risparmio gestito in crescita dal 30% nel 2014 al 40% nel 2018, in linea con i livelli pre-crisi. Tale crescita sarà realizzata soprattutto grazie al rafforzamento del modello di servizio di private banking e all’ampliamento dell’attuale base clienti.

 

Inoltre nell’asset management, UniCredit intende far leva sulla joint venture con Santander AM che garantirà accesso ad una più ampia rete di distribuzione su scala globale e all’ulteriore sviluppo del business non-captive. Nell’asset gathering, Fineco continuerà ad aumentare la quota di “guided products” alla luce della crescente richiesta di servizi di consulenza sugli investimenti da parte della clientela. La quota di mercato di Fineco è attesa in crescita grazie alla sua avanzata piattaforma tecnologica e alla qualificata rete di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari). Nel private banking, UniCredit continuerà a concentrarsi sugli “ultra-high net worth individuals”. Di recente, è stata creata una società dedicata in grado di offrire un pacchetto completo di servizi di consulenza e gestione degli investimenti ai clienti con oltre 5 milioni in attività finanziarie.

 

“Abbiamo approvato un Piano che prevede per il 2018 obiettivi importanti in termini di redditività e coefficienti patrimoniali, confermando la capacità del gruppo di generare capitale in modo organico e di distribuire dividendi. Vogliamo raggiungere questi obiettivi in un contesto macroeconomico che rimane non facile, con tassi di interesse ai minimi storici e un rallentamento della crescita economica internazionale. E’ un Piano rigoroso e serio e al tempo stesso ambizioso. Ma è soprattutto realistico, perché si basa su azioni che dipendono dalle nostre scelte manageriali, ed è un Piano totalmente autofinanziato. Siamo quindi pienamente fiduciosi circa la sua realizzazione. Possiamo rafforzare il nostro modello di banca commerciale di dimensione europea sia con misure rilevanti di contenimento dei costi, sia con azioni di discontinuità come l’uscita o la profonda ristrutturazione di business a bassa redditività. Prevediamo investimenti importanti per il futuro della banca: solo per l’evoluzione digitale del Gruppo investiremo un miliardo e duecento milioni di euro” ha dichiarato Federico Ghizzoni.

 

 

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