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Intesa Sanpaolo, l'utile netto è di 1,7 miliardi

8/2/2016 | Marcella Persola

Il dato semestrale segna un calo rispetto al dato del 30 giugno 2015. Forte la patrimonializzazione. Sale la raccolta del private banking


Si chiude con un utile netto di 1,707 miliardi il primo semestre del 2016 per Intesa Sanpaolo. Il dato è in calo rispetto ai 2 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso (-14,8%). I risultati della gestione operativa è pari a 4,42 miliardi contro i 4,93 miliardi del primo semestre del 2015. I proventi nel semestre sono risultati pari 8,62 miliardi contro i 9,13 miliardi del primo semestre 2015 (-5,6%). Elevata la patrimonializzazione della banca, largamente superiore ai requisiti normativi anche nello scenario avverso dello stress test. Il Common equity ratio al 30 giugno 2016 tenendo conto di circa 1,65 miliardi di dividendi maturati nel semestre risulta di 12,9%.

 

Tra le divisioni la Banca dei Territori segna un utile di 643 milioni; mentre il CIB (Corporate & Investment Banking) presenta un risultato di 758 milioni. Il private banking ha generato un risultato netto di 364 milioni e l'asset management di 179. Mentre l'insurance mette a segno un utile stabile di 392 milioni. Per quanto riguarda la raccolta diretta bancaria cresce quella del private banking passata da 20,922 miliardi del 30 giugno 2015 ai 23,745 miliardi del 30 giugno 2016; cala di 1 milioni quella dell'asset management che si ferma a 8 milioni e sale quella dell'insurance a 208 milioni.

 

Per Carlo Messina (nella foto), consigliere delegato della banca “Il primo semestre del 2016 si chiude con risultati solidi e in crescita significativa che ci consentono di confermare l’obiettivo di 3 miliardi di dividendi per l’intero esercizio. L’utile netto del semestre è di 1,7 miliardi di euro, se a questo sommiamo i 900 milioni di plusvalenza frutto di cessione delle partecipazioni in Setefi e Intesa Sanpaolo Card possiamo affermare che è già stato raggiunto il 90% circa dell’obiettivo di dividendi per il 2016, in una condizione di mercato di particolare complessità. Secondo gli stress test di venerdì scorso siamo l'unica grande banca in Europa che - anche nello scenario avverso - mostra una posizione di capitale in eccesso rispetto ai requisiti previsti dal regolatore" continua Messina. "Stiamo proseguendo - con successo - l’evoluzione verso il modello della Wealth Management Company. Nel secondo trimestre le commissioni crescono del 10% rispetto al primo trimestre. Nei due ultimi anni e mezzo il flusso netto di risparmio gestito è stato di 64 miliardi, abbiamo raggiunto già gli obiettivi di Piano. Il 50% circa dell’utile prima delle imposte proviene da attività di Wealth Management, comprese quelle facenti capo alla divisione Banca dei Territori. Siamo convinti che in un contesto di tassi estremamente bassi, e in un mercato del risparmio gestito come quello italiano, con ampi spazi di crescita, potremo potenziare ulteriormente la nostra capacità operativa, basata su oltre 840 miliardi di attività finanziarie della clientela" conclude il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo.

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