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È ancora stallo su vendita Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti

10/5/2016

UBI fa un passo indietro. L'ex popolare potrebbe ritornare in pista se sostenuta da Atlante 2 che si farebbe carico dei crediti deteriorati dei tre istituti


Slitta a data da destinarsi la vendita delle quattro banche regionali messe in risoluzione a fine 2015. Venerdì scorso, 30 settembre, è scaduto il termine posto dalla Commissione Ue. Da settimane si parlava dell’offerta fatta da UBI Banca è sul tavolo, anche se non è ancora stata presentata per via formale, e riguarda solo tre dei quattro istituti (fuori è rimasta Cariferrara). Un’offerta che ha consentito all’Italia di negoziare con Bruxelles una "piccola proroga” per consentire la chiusura della cessione anche se non è stata rivelata ancora la data della nuova scadenza. La strada, comunque, appare ancora in salita: la Bce, secondo quanto ricostruito da il Messaggero, avrebbe bocciato le condizioni poste dall’ex banca popolare, tra cui quella sulla cessione degli ulteriori crediti deteriorati accumulati quest'anno dalle tre banche (si parla di 3,4 miliardi di euro). Francoforte inoltre avrebbe chiesto a UBI un aumento di 600 milioni per dare l’ok all’acquisizione, ma l'ex banca popolare sarebbe disposta a una ricapitalizzazione massima di 400 milioni di euro.

“Non so se si farà l’operazione enon dipende solo da noi" ha affermato Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di sorveglianza di UBI Banca. "Porto in consiglio di sorveglianza la questione dell'acquisizione delle banche solo quando sono in grado di creare valore per la nostra base di azionisti" ha precisato Moltrasio, sottolineando che "purtroppo nella nostra mission non abbiamo il salvataggio, che quindi deve essere fatto in altro modo". In particolare, ha proseguito il banchiere, "su questo siamo estremamente rigorosi, nel senso che se possiamo dare una mano al sistema dal punto di vista organizzativo e industriale nell'interesse dei nostri azionisti lo facciamo" ma, ha continuato "non siamo nelle condizioni di fare salvataggi perché siamo una banca interregionale che abbiamo tenuto solida durante la crisi".

Intesa Sanpaolo e UniCredit, per bocca dei rispettivi amministratori delegati, hanno escluso un loro coinvolgimento diretto. Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia, ha assicurato che “ci sono ipotesi e strumenti per trovare una soluzione positiva, diversi dalla liquidazione”, anche per evitare una brutta figura al sistema bancario e soprattutto al governo già alle prese con il nodo Mps. Per Cariferrara, per ora esclusa, l’ipotesi più probabile è quella dell’intervento del Fondo interbancario tramite il suo braccio volontario. Si parla di un'intervento del fondo anche sulle altre tre, che però sarebbe più difficile visto che il capitale necessario sarebbe di oltre 2 miliardi.

Per questo durante il vertice straordinario tenutosi lunedì sera al Tesoro, come riporta il Messaggero, si sarebbe discussa anche l’ipotesi di coinvolgere Atlante 2, foraggiato ancora una volta dalle banche, che si farebbe carico della pulizia dei crediti deteriorati ancora in pancia ai tre istituti regionali. Tra le altre ipotesi sul campo, resta anche quella dello spezzatino con la vendita di singoli asset (la Popolare di Bari è interessata alla sola Carichieti) o della “svendita” dei tre istituti ai fondi di private equity Apollo e Lone Star, che si erano già fatti avanti la scorsa estate, ma la cui offerta era stata bollata come “irricevibile”.

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