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Gli scenari post-Renzi, dalle elezioni all'uomo di Draghi

12/5/2016 | Davide Mosca

Dopo la formalizzazione delle dimissioni al Presidente della Repubblica si aprono tre vie. Ecco la più probabile secondo il Macro & Markets Research team di Goldman Sachs


La formalizzazione delle dimissioni di Matteo Renzi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella apre ufficialmente una crisi di Governo i cui esiti sono sintetizzabili in tre scenari, ognuno dei quali ha differenti possibilità di avverarsi tenuto conto, in particolare, della netta percentuale con cui gli italiani hanno bocciato la riforma costituzionale oggetto del referendum appena concluso.

 

 

Il Macro & Markets Research team di Goldman Sachs guidato da Francesco Garzarelli ha analizzato ogni opzione, ordinandole in base alle possibilità di concretizzarsi. Lo scenario ritenuto più probabile, con una percentuale del 60% è quello relativo ad un governo di coalizione. Questo si apre a sua volta a diverse possibilità relative a natura e composizione del prossimo esecutivo. Il nome citato nel report di Goldam Sachs è quello di Pier Carlo Padoan, attuale ministro dell'Economia. Il compito del governo Padoan sarebbe quello di portare il Pease alle elezioni politiche del 2018 e, soprattutto, di sciogliere il nodo Monte dei Paschi, per cui si prevedono ripercussioni negative a seguito delle dimissioni di Renzi. Padoan non è però l'unico nome che circola in relazione ad un governo-ponte verso le consultazioni del 2018. Tra questi, uno dei più accreditati è quello di Pietro Grasso, attuale presidente del Senato, il cui mandato come capo dell'esecutivo avrebbe un connotato più incentrato su aspetti politici; primo fra tutti, la formulazione di una nuova legge elettorale.

 

 

Nelle valutazioni del team Macro & Markets Research di Goldman Sachs troviamo al 25% lo scenario relativo a elezioni anticipate, mentre al 15% quello di un Renzi-bis. "In relazione ai mercati - affermano inoltre gli analisti della banca d'affari - attendiamo un aumento della pressione sullo spread BTP-Bund, ma, considerando l'azione della Banca d'Italia sul mercato secondario e l'atteso annuncio dell'estensione del Quantitative Easing da parte della BCE, non dovrebbe comportare il superamento dei 190-200 punti base".

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