Natale amaro per Siena. Nella sera del 22 dicembre la parabola di MPS ha registrato un nuovo capitolo. Prima la banca ha diffuso il comunicato con il quale annunciava il fallimento dell'aumento di capitale: "Monte dei Paschi di Siena S.p.A." si legge nella nota "informa che l’operazione di aumento di capitale, lanciata lunedì 19 dicembre, non si è chiusa con successo. Non sono stati raccolti ordini di investimento sufficienti a raggiungere la somma di euro 5 miliardi".

 

Un esito che ha portato, nella stessa sera, il Consiglio dei Ministri ad approvare il decreto che prevede l'utilizzo di "strumenti giuridici e finanziari propedeutici a interventi finalizzati a tutelare il risparmio, grazie ai quali [lo Stato] potrà intervenire sulla liquidità e il patrimonio delle banche" si legge nella nota diffusa nella notte dal Governo.

 

L’operazione annunciata prevede, in particolare, l'impiego di una parte di un fondo da 20 miliardi di euro con l'obiettivo di avviare una “ricapitalizzazione precauzionale”. Lo Stato diventerà così il primo azionista di MPS con una quota di maggioranza che gli consegnerà il controllo della banca.

 

"In conformità al quadro normativo europeo sulla gestione delle crisi e sugli aiuti di Stato" si legge nella nota del Governo, "l’intervento di ricapitalizzazione precauzionale non comporta in questo caso l’avvio di una procedura di risoluzione, né l’applicazione delle disposizioni sul cosiddetto bail-in (ovvero la ricostituzione del patrimonio anche attraverso l’azzeramento dei crediti di alcune specifiche categorie). L’intervento pubblico comporta la conversione delle obbligazioni subordinate in azioni della banca. Le condizioni della conversione delle obbligazioni subordinate in azioni sono determinate con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, su proposta della Banca d’Italia, da pubblicare in Gazzetta Ufficiale. Nel caso della Banca Monte dei Paschi di Siena le condizioni sono determinate nel decreto legge: la conversione delle obbligazioni Tier 1 - sottoscritte per lo più da clientela istituzionale - avverrà a un valore corrispondente al 75 percento del valore nominale; la conversione delle obbligazioni Tier 2 - sottoscritte per lo più da clientela retail - avverrà a un valore corrispondente al 100 percento del valore nominale". 

 

"Il piano del governo italiano per garantire la stabilità finanziaria e rafforzare la capitalizzazione del settore bancario è positiva per gli obbligazionisti senior e i correntisti delle banche che verranno coinvolte" commenta a caldo l'agenzia di rating Moody's che afferma che il programma diventerà un punto di riferimento fondamentale in tema di sostegno pubblico alle banche, essendo il primo caso di rilievo di intervento di questo tipo in Europa dall'introduzione della Brrd, la direttiva Ue sulla risoluzione bancaria. Moody's spiega che la proposta italiana "intende incrementare la protezione" delle banche attraverso capitale addizionale. "Essa dovrebbe inoltre ridurre la probabilità di un contagio verso banche più solide a seguito della risoluzione di una banca debole". 

    

Non mancano le note negative. In particolare, secondo Moody's, ci saranno implicazioni negative per gli obbligazionisti subordinati in quanto il piano sarà comunque soggetto alle regole sugli aiuti di Stato e l'approvazione da parte dell'Ue dell'intervento pubblico sarà probabilmente condizionata a una forma di "burden sharing" sul debito junior.