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UniCredit, via al piano strategico fino al 2018

3/11/2014 | Massimo Morici

Maxi pulizia dei conti per la banca che chiude il 2013 con una perdita di 14 miliardi a seguito di accantonamenti per 13,2 miliardi. Previsti 5.700 esuberi in Italia e confermata l'Ipo di Fineco. Istituito un portafoglio per i crediti deteriorati


UniCredit lancia il Piano strategico 2013 - 2018 che punta a generare fra quattro anni un utile netto di 6,6 miliardi di euro e annuncia una maxi pulizia dei conti. Il piano, si legge nel comunicato, poggia su tre pilastri: la trasformazione, in un'ottica multicanale, dei servizi di banca commerciale nei mercati dell'Europa occidentale e il posizionamento quale leader europeo nel corporate banking; una decisa focalizzazione sui business in crescita come alcune regioni selezionate della CEE e i business a basso assorbimento di capitale; e la piena valorizzazione della leadership del CIB (corporate investment banking) e dell’eccellenza operativa.

Prevede, in particolare, investimenti per 4,5 miliardi che consentiranno di ristrutturare la rete e procedere alla digitalizzazione in Europa occidentale e un rigoroso controllo dei costi che porterà risparmi pari a 1,3 miliardi nel 2018 grazie a iniziative mirate a semplificare le attività anche contemplando riduzioni del l'organico (8.500 unità entro il 2018, di cui 5.700 in Italia), consentendo un abbattimento al 51% del rapporto costi/ricavi. UniCredit ha inoltre confermato lo sbarco a Piazza Affari di Fineco entro fine anno, per imprimere un'ulteriore accelerazione alla sua crescita e potenziarne la visibilità di mercato. La banca diretta, che a dicembre 2013 registrava attivi finanziari totali per 44 miliardi, si legge nel  comunicato, vanta difatti "un modello di business unico che coniuga la posizione di leadership nel mercato europeo dell'intermediazione online con la forza di vendita della rete di consulenti finanziari (ex-promotori finanziari) (Personal Financial Advisors)". In parallelo, UniCredit valuterà la potenziale cessione di UniCredit Credit Management Bank, la più grande piattaforma di riscossione di crediti in Italia, a un operatore specializzato.  

"Con le azioni annunciate oggi, abbiamo rafforzato ancora il nostro bilancio e completato il processo iniziato nel 2010"  ha commentato l’a.d. Federico Ghizzoni (nella foto). "Il piano - ha aggiunto - è basato su fondamentali solidi, una forte cultura del rischio e uno scenario macro - economico in miglioramento. Per il 2014 ci aspettiamo un utile netto di circa 2 miliardi, un risultato che sarà più che triplicato nel 2018 a 6,6 miliardi, con un target RoTE del 13%".

Quanto ai risultati del 2013, il gruppo ha chiuso il 2013 con una maxi perdita di 14 miliardi di euro (-15 miliardi nel solo quarto trimestre) rispetto all'utile di 865 milioni nel 2012, a seguito di 13,7 miliardi di accantonamenti su crediti, di cui 9,3 miliardi negli ultimi tre mesi dell'anno, che garantiscono però alla banca "la copertura dei crediti deteriorati di gran lunga più alta di tutto il sistema bancario italiano e tra le migliori in Europa, in linea con i livelli pre - crisi" ha puntualizzato Ghizzoni. I ricavi calano di quasi un miliardo in un anno a 24 miliardi (-4,1%), mentre il margine operativo lordo si attesta nel 2013 a 9,2 miliardi dai 10,2 miliardi nel 2012 (-9,9%). Il patrimonio di vigilanza (CET1 ratio) si attesta al 9,4% anticipando pienamente tutti gli effetti di Basilea 3.

Nell’aprile 2013, si legge nel comunicato, UniCredit ha istituito un portafoglio non core per segregare i segmenti di business ritenuti non strategici e che non rispondevano ai criteri di propensione al rischio del gruppo, che a dicembre 2013 comprendeva solo attivi italiani: si tratta di 87 miliardi di crediti lordi (per il 67% composto da crediti deteriorati), incluse tutte le sofferenze (10,4 miliardi), leasing (10,2 miliardi) e altre esposizioni di banca commerciale (63,2 miliardi) correlate a clienti con rischio più elevato. La banca, inoltre, ha ceduto nel 2013 circa 2 miliardi di crediti in sofferenza e un portafoglio di crediti al consumo originati in Italia per 1 miliardo perfezionata nel febbraio 2014 (e pertanto non conteggiata nel 2013). 

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