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Anasf, la vicepresidenza OCF è un nostro diritto e dovere

9/27/2016 | Francesco D'Arco

Il dibattito intorno al secondo vice presidente è "una tempesta in un bicchiere d'acqua". Parola di Maurizio Bufi che rispedisce al mittente le critiche: non è Anasf che deve dimostrare di essere rappresentativa.


Il dibattito intorno al secondo vice presidente dell'Organismo per la tenuta e la vigilanza dell'Albo dei Consulenti Finanziari (OCF) è "una tempesta in un bicchiere d'acqua". Così Maurizio Bufi, presidente Anasf, commenta le critiche che in questi giorni hanno caratterizzato la notizia del rinnovo delle cariche dell'OCF che, nel corso della prossima seduta assembleare, dovrebbe nominare anche il vice presidente indicato dall'associazione guidata da Bufi, da affiancare a Marco Tofanelli (segretario generale Assoreti).

 

Assonova, Federpromm, Ascosim nei giorni scorsi hanno espresso su Advisoronline il disappunto verso una nomina di un esponente Anasf nel ruolo di vicepresidente. Un disappunto che per Bufi non ha motivo di esistere anche perché "all'interno dell'OCF stiamo seguendo il principio della continuità, come anticipato pubblicamente in occasione della Relazione annuale e come dimostra il rinnovo degli attuali vertici dell'Albo" spiega il presidente Anasf che invita senza esitazione a considerare la presenza del vice-presidente in forza all'associazione da lui guidata, non solo già previsto dal precedente Statuto di OCF, ma come l'ennesima dimostrazione di voler "procedere secondo un percorso già delineato e gradito dal regolatore di creazione del nuovo OCF. Criticare a priori la presenza di un professionista Anasf ai vertici dell'Organismo significa non considerare la storia di un albo nato nel 1992 e i numeri di un'associazione che vede tra gli iscritti oltre il 50% dei consulenti finanziari attivi".

 

Insomma non è Anasf che deve dimostrare di essere rappresentativa. "Respingo la critica al mittente" sottolinea Bufi che manda un messaggio chiaro anche ai non iscritti: "Anasf è ben consapevole della attuale realtà del mondo della consulenza finanziaria per questo siamo pronti a essere rappresentativi dei nostri associati, ma anche di tutti gli iscritti al futuro Albo. Siamo convinti di poter comprendere al nostro interno anche i soggetti che in questi anni, per dinamiche di mercato ben note, sono approdati dal mondo bancario a quello qualificato della consulenza finanziaria" spiega il presidente Anasf che definisce senza mezzi termini l'accusa di scarsa rappresentanza della professione "debole e priva di fondamento". Come priva di fondamento è "l'ipotesi che l'associazione sia una sorta di mano 'eterodiretta' dagli intermediari".  

 

Ma rimane l'incognita del vicepresidente: perché non c'è ancora un nome da parte di Anasf? È davvero un problema di equilibri interni all'associazione? "Non esiste nessun problema. La pausa di riflessione che ci ha portato a non indicare subito il nome del vicepresidente deriva dalla normale e costruttiva dialettica interna all'associazione. E non ultimo dal profondo senso di responsabilità che ci vede consapevoli dell'importante ruolo istituzionale del vicepresidente OCF che dovrà affrontare sfide nuove per tutti gli operatori del mondo della consulenza finanziaria" conclude Bufi. "Siamo pronti ad assumerci anche questa responsabilità". 

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