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Anasf, appello all'unità di Bufi. E sul suo futuro da presidente annuncia...

11/11/2016 | Francesco D'Arco

"Ho l'onore di presiedere Anasf e sono orgoglioso di questo incarico, ma non dobbiamo perdere di vista la direzione emersa e definita unitariamente a Perugia". Ma nessuno deve porre "condizioni irricevibili. In questo caso sarei pronto a...


"Ho l'onore di presiedere Anasf e sono orgoglioso di questo incarico, ma non dobbiamo perdere di vista la direzione emersa e definita unitariamente a Perugia". È questo il messaggio che Maurizio Bufi, presidente dell'associazione, manda agli organi sociali chiamati a sanare la dialettica emersa prima dell'edizione di Treviso di Consulentia 2016, "una scommessa vinta" secondo Bufi che anticipa ad Advisoronline i temi di Consulentia 2017 e avverte: "Anasf deve proseguire nella direzione dell'unità e della condivisione", ma nessuno deve porre "condizioni irricevibili. In questo caso sarei pronto a riconsiderare i miei incarichi associativi”.

 

L'edizione di Treviso di Consulentia 2016 era sicuramente una scommessa. Possiamo dire che è stata vinta?
Portare nel Triveneto un format nato e pensato per Roma, è stata una scommessa che abbiamo raccolto e che ci ha ripagato sia dal punto di vista dei contenuti sia dei risultati ottenuti. Ma l'associazione non è nuova a queste scommesse e il nostro obiettivo è quello di non lasciare che l'edizione di Treviso di Consulentia rimanga un fatto episodico. Se ci saranno le condizioni siamo pronti a ripeterlo in futuro.

 

In queste occasioni non è però semplice portare nuovi contenuti?
A livello di contenuti ritengo che la ricerca realizzata e presentata da Ca' Foscari sia stata significativa perché ha messo in luce il valore della relazione e della fiducia che i clienti hanno verso i consulenti finanziari in un territorio come il Triveneto che sta vivendo una fase non semplice dal punto di vista economico e finanziario per via del prolungarsi della crisi e per episodi diffusi di risparmio tradito nel settore bancario.

 

E avete riportato al centro dell'attenzione il tema della persona giurdica.
Sicuramente la persona giuridica è un tema che riteniamo importante e a Roma avevamo lanciato il sasso nel tentativo di coinvolgere più interlocutori, ma non abbiamo ricevuto, in quell'occasione, risposte incoraggianti. E avevamo lasciato in sospeso alcuni dettagli anche perché erano state avanzate alcune critiche. Per questo a Treviso abbiamo chiesto al professore Paolo Benazzo di riprendere la ricerca iniziale, sciogliere gli ultimi dubbi e arrivare a proporre un modello italiano per la persona giuridica mutuato dalle esperienze europee. E credo che il professore Benazzo abbia dipinto un quadro molto chiaro e convincente, che poi questo si traduca in un diverso atteggiamento da parte dell'industria è tutto da stabilire. Ma è anche vero che il tema della persona giuridica è subordinato all'accoglimento o meno nel corpo normativo nazionale delle indicazioni delle direttive europee e in particolare della Mifid 2. 

 

Immagino che la Mifid 2 sarà al centro dell'edizione 2017 di Consulentia?
A Roma, il 14, 15 e 16 febbraio 2017, in occasione di Consulentia 2017, torneremo sicuramente sulla questione Mifid 2 ma ci concentreremo su un tema particolarmente delicato come quello della remunerazione. È fondamentale capire quali saranno gli elementi di continuità nelle nuove modalità di remunerazione legate alla prestazione del servizio di consulenza finanziaria su base indipendente e su base non indipendente. Da un lato è chiaro che di fronte ad una prestazione su base non indipendente l'attuale modello distributivo italiano, incentrato sulle commissioni e non sulla parcella, manterrà inalterate molte delle sue caratteristiche, che oggi rappresentano le best practices della professione, che si affiancherà all'attività di consulenza indipendente e quali saranno gli effetti concreti in termini di offerta al cliente e concorrenza nel mercato. Ovviamente non credo che a Roma, in occasione di Consulentia 2017, avremo un quadro normativo definitivo, ma è importante riflettere sulla via che l'Europa ha tracciato e l'Italia intende adottare.

 

C'è poi il rischio che la Mifid 2 imponga la nascita di più strutture all'interno delle reti: una dedicata alla consulenza indipendente e una al mero collocamento?
Su questo punto c'è un orientamento di Esma molto chiaro che al momento non sembra venga modificato. Noi continuiamo a non capire perché si debba vietare la possibilità in capo a un soggetto di prestare entrambi i modelli di servizio, quello indipendente e quello non indipendente. Come Anasf proponiamo di non penalizzare il professionista e crediamo siano i clienti a dover scegliere quale servizio ricevere.

 

A Treviso l'associazione è arrivata con un clima interno difficile. Prima di Roma la "crisi" interna ad Anasf sarà sanata?
Spero proprio di sì! Prima dell'edizione di Treviso di Consulentia abbiamo dovuto affrontare il rinnovo delle nomine Anasf in OCF. Un impegno che ha prodotto all'interno dell'associazione un dibattito molto acceso, e anche alcuni contrasti, derivati da mie decisioni prese nell'ambito dell'autonomia che come Presidente Anasf ho esercitato.
Un Consiglio Nazionale convocato ad hoc si è risolto con la designazione dei nuovi componenti dell'Organismo per la Tenuta e la Vigilanza dell'Albo dei Consulenti Finanziari con un voto non unitario e con una maggioranza diversa da quella scaturita dal Congresso. Designazioni che sono state ratificate nella giornata di ieri, giovedì 10 novembre, dall'OCF e che avranno l'importante compito di rappresentare l'Anasf all'interno dell'Organismo in un momento importante che vedrà l'Albo assumere le funzioni di Vigilanza e riscrivere la propria governance. 
Detto questo ricordo che Anasf è un'associazione e in quanto tale credo sia importante il sentiment degli iscritti. Da questo punto di vista, per quello che ascolto quando incontro i nostri iscritti, c'è soddisfazione per il lavoro svolto in questi anni e, in particolare, durante questo primo anno di attività dal Congresso di Perugia del 2015 che mi ha visto rieletto presidente, dopo i primi quattro anni archiviati con grandi risultati. Una soddisfazione che riguarda sia la quantità e la qualità delle attività svolte, sia il nostro posizionamento nei confronti delle autorità e del mercato, da ascrivere alle capacità, al lavoro ed al tempo dedicato dai dirigenti apicali e dalla sede. A volte questi elementi positivi relativi all'attività e alla politica associativa non vengono adeguatamente percepiti da taluni all'interno degli organi sociali e questo porta ad assumere atteggiamenti che rischiano di creare non poca instabilità all'interno dell'associazione, che ora deve gestire una dialettica interna molto accentuata.

 

E come pensa di gestirla?
Credo sia opportuno sanare la situazione emersa nelle ultime settimane, per questo è stato convocato un Consiglio Nazionale per il 22 novembre, in occasione del quale faremo il punto anche su questi temi e durante il quale presenterò una relazione sulle attività svolte dall'associazione ad un anno da Perugia. Il mio sforzo, come Presidente, va verso una maggiore condivisione delle scelte associative, non solo tra i membri del Comitato Esecutivo, ma anche con il Consiglio Nazionale. Ed è chiaro che ho come obiettivo quello di portare gli organi sociali di Anasf verso una ritrovata unità. 

Tuttavia, se da una parte c'è molta disponibilità, dall'altra credo che nessuno debba essere oggetto di richieste irricevibili, dettate non dall'esigenza di ricercare un equilibrio interno, quanto da comportamenti spregiudicati e di rottura. Anasf può e deve proseguire il cammino indicato in occasione del Congresso di Perugia. Ma lo deve fare nel segno dell'unità e della condivisione, qualora qualcuno intendesse porre delle condizioni difficili da accettare potrei riconsiderare il mio futuro e i miei incarichi associativi. Ho l'onore di presiedere Anasf e sono orgoglioso di questo incarico, ma non dobbiamo perdere di vista la direzione emersa e definita insieme e in armonia a Perugia.

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