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Anasf, a rischio l'autonomia dell'OCF

5/17/2017

È questo uno dei nodi critici della bozza di decreto che introduce in Italia la MIFID II. Un decreto "promosso" da Maurizio Bufi ma che presenta alcune anomalie.


MiFID II, il futuro dell'Albo Unico della consulenza finanziaria, attuazione delle linee guida ESMA sulle conoscenze e le competenze dei consulenti finanziari. Sono questi i grandi fronti aperti che vedono Anasf in prima linea e pronta ad agire per trovare il giusto equilibrio, sul fronte normativo, tra gli obiettivi, condivisi dall'associazione, in termini di tutela degli investitori e l'evoluzione del settore che, come ha ricordato il presidente Maurizio Bufi nel corso della conferenza stampa annuale svoltasi oggi, mercoledì 17 maggio presso l'Hotel The Square di Milano, "spesso ha anticipato le norme".

 

Il focus della conferenza ha riguardato, quasi inevitabilmente, la direttiva europea della MiFID II che il prossimo 3 gennaio 2018 entrerà in vigore e "avrà un grande impatto su tutto il settore, basti pensare ai temi dell'inducements e della governance del prodotto che incideranno sul futuro lavoro dei consulenti finanziari" ha spiegato subito Bufi che, però, non si è detto preoccupato per tali novità dal momento che il timore iniziale "che vedeva la MiFID II ricalcare la RDR inglese, è stato superato quando è stato chiarito che l'indipendenza riguarda il servizio e non il singolo operatore" ha continuato il presidente Anasf che non ha però nascosto le sue perplessità in merito ad alcuni passaggi della bozza del decreto legislativo di attuazione della MiFID II approvato in via preliminare alla fine di aprile. 

 

"Complessivamente esprimiamo un giudizio positivo sul testo approvato in via preliminare, anche perché ci sono dei passaggi significativi che auspicavamo da diverso tempo" ha chiosato Bufi che ha apprezzato l'inserimento nella bozza del decreto legislativo della "definizione di tied agent sia come persona fisica sia come persona giuridica, era una mancanza finalmente colmata anche in Italia". 

 

Apprezzabile anche la definizione ampia data all'attività del consulente finanziario abilitato all'offerta fuori sede (ex-pf) al quale viene riconosciuto un perimetro d'azione importante che conferma "che ci troviamo di fronte ad un modello vincente". "Ma  ci sono ancora alcuni aspetti che non ci convincono" ha affermato Bufi. 

 

Tra questi spicca l'ormai famoso articolo 30 bis che apre le porte dell'offerta fuori sede anche ai consulenti autonomi: "una scelta che potrebbe complicare molto l'attività di vigilanza. Non è un passaggio così semplice e immediato" ha sottolineato il presidente Anasf che ha confermato, così, un allineamento con la visione anche di Assoreti e dell'intera industria della consulenza finanziaria abilitata all'offerta fuori sede. 

 

Accanto a questo elemento, però, nel testo del decreto legislativo è spuntato un'altra anomalia che riguarda l'autonomia dell'Organismo per la Vigilanza e la Tenuta dell'Albo della Consulenza Finanziaria (OCF). "La modifica del TUF così come indicata dal decreto legislativo sancisce definitivamente il passaggio della vigilanza dalla Consob all'OCF, ma all'interno c'è un passaggio che sembra ridurre l'autonomia dell'Organismo" ha spiegato Bufi. "Secondo quanto indicato nella bozza per il cambio di Statuto e per i cambi Regolamentari all'interno dell'OCF è necessaria l'approvazione del MEF, sentita la Consob. È evidente che questo passaggio va a intaccare il concetto di autonomia di un Organismo che, ricordiamolo offre un servizio pubblico ma è di natura privatistica".

 

Alla domanda se questa presenza del MEF, unita alla natura pubblica del servizio, possa rischiare di trasformare un domani l'OCF in organismo pubblico Bufi non ha negato, ma al momento non crede "che sia questa la strada. Sicuramente non è chiaro oggi se si vuole garantire un'autonomia totale o parziale dell'OCF. Come associazione monitoreremo, su questo fronte, la situazione". Auspicando ovviamente una soluzione più vicina alla completa autonomia dell'OCF.

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