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Enasarco, tutta la verità sui cf-silenti

5/30/2017

Alfonsino Mei (Anasf) rivela ad AdvisorOnline i numeri relativi ai cf iscritti alla fondazione. E sul tema investimenti manda un messaggio chiaro: "occorre dare seguito con più rapidità alle decisioni".


Prosegue il dibattito intorno ai dei silenti di Enasarco. Dopo aver rivelato l'esistenza di ben 188.000 professionisti rientranti in queste categoria, Advisoronline ha contattato Alfonsino Mei, rappresentante Anasf nel CdA di Enasarco e coordinatore della Commissione Investimento della Fondazione, per conoscere i numeri reali dei consulenti finanziari silenti e, soprattutto, per capire se ci sono margini di manovra per affrontare seriamente la questione. "Il numero dei cf silenti nel 2015 è pari a 5.041 per i quali si rileva un ammontare medio di contributi versati pari a 7.717 euro e anzianità contributiva media di 5 anni" spiega Mei che crede che ci siano ancora margini di manovra. Ma soprattutto, facendo riferimento in maniera esplicita anche al delicato tema degli investimenti dell Fondazione, avverte: "Come Anasf assicuriamo un presidio per tutti i cf iscritti alla fondazione".

 

Il tema silenti sembrerebbe riguardare circa 188.000 soggetti. Si parla di cifre importanti e in aumento. Secondo lei è davvero possibile risolvere la questione?

La questione è da sempre problematica e di difficile soluzione, ma se veramente ci si vuole mettere mani alcune tematiche si possono risolvere. È fuor di dubbio che il tema dei lavoratori "silenti" assume un rilevo notevolissimo, nell’ambito delle problematiche che concernono i sistemi previdenziali in generale e, dunque, anche il sistema pensionistico di Enasarco. 

Il versamento di contributi, che si rivelano successivamente inutilizzabili ai fini della costruzione della propria pensione, è un elemento che viene avvertito sempre più come un fattore di ingiustizia sostanziale da parte di chi si trova a subirlo. Il fenomeno negativo è ampiamente noto, ma fino a oggi né in ambito Inps, né in altri ambiti previdenziali, si sono individuate le doverose e necessarie contromisure. Si spiega da parte di tutti i tecnici che nei sistemi a ripartizione (nei quali coloro che versano oggi finanziano le pensioni attualmente in essere) non esiste una via d’uscita per garantire le prestazioni di tutti, se non quella di prevedere un periodo comunque minimo di contribuzione al di sotto della quale non si dovrebbe avere diritto a ottenere un corrispettivo in termini di prestazioni. Il problema si può anche risolvere attraverso il cumulo contributivo gratuito che potrà essere utilizzato da tutti i lavoratori che vantano più periodi di contribuzione presso forme di previdenza pubbliche obbligatorie, avrà un ampio impatto soprattutto nel 2017. Questo naturalmente dovrà essere sollecitato per far rientrare negli organi competenti gli Agenti di Commercio e i Consulenti Finanziari.

L'estensione del cumulo gratuito dei periodi assicurativi aiuterà le uscite anticipate di quei lavoratori che hanno carriere contributive miste. Dal prossimo anno, coloro che sono risultati assicurati presso diverse forme della previdenza pubblica obbligatoria (AGO, Gestione Separata, Fondi sostitutivi ed esclusivi dell'assicurazione generale obbligatoria) potranno sommare i periodi contributivi non coincidenti al fine di integrare virtualmente i 20 anni di contributi utili per conseguire la pensione di vecchiaia o i 41 anni e 10 mesi di contributi (42 anni e 10 mesi di contributi gli uomini) per conseguire la pensione anticipata.

 

Ma oggi ci sono le condizioni per gestire seriamente e concretamente il tema silenti?

Forse, ma solo se il numero dei silenti viene diviso per classi o cluster di contributi versati e divisi per priorità e durata di versamento: gli iscritti attivi sono gli iscritti, pensionati e non, che svolgono l’attività di agente di commercio o consulenti finanziari e versano contributi. Sono invece inattivi coloro che hanno interrotto i versamenti al Fondo Previdenza da oltre 3 anni. Abbiamo il 72,3% iscritti inattivi, il 27,4% iscritti attivi e solo lo 0,3% volontari (Silenti-Enasarco, a rischio 188.000 pensioni).

 

E per quanto concerne i consulenti finanziari?

Per i consulenti finanziari la situazione è completamente diversa. I consulenti finanziari iscritti all’Albo sono 55.463 (dato aggiornato al 30/06/2016, ndr). Il numero dei consulenti finanziari iscritti all’Albo e alla Fondazione è pari a 31.288, il 56% rispetto al totale degli iscritti all’Albo.


La rappresentazione dei CF nel collettivo Enasarco è significativa, se fatta in relazione alla contribuzione al Fondo Previdenza rispetto all’anno di riferimento preso in esame, il 2015. A tal proposito è opportuno definire le tipologie di iscritto Enasarco che sono state individuate e le caratteristiche medie osservate.

Il numero dei cf attivi nel 2015, ossia gli iscritti che nell’anno di riferimento hanno versato un contributo obbligatorio al Fondo Previdenza, è pari a 23.152 per i quali si rileva un contributo medio versato nel 2015 pari a 3.382 euro e un’anzianità contributiva media 15 anni. Nel 2015 l’ammontare dei contributi versati è pari a circa 78,3 milioni di euro. Il numero dei volontari nel 2015, ossia gli iscritti che nell’anno di riferimento, pur non avendo rapporti di agenzia in essere, hanno versato un contributo volontario al Fondo Previdenza, è pari a 82 per i quali si rileva un contributo medio versato nel 2015 pari a € 1.633 e anzianità contributiva media di 18 anni. Nel 2015 l’ammontare dei contributi versati è pari a circa 134.000 euro.


Il numero dei cf silenti nel 2015, ossia gli iscritti che da almeno un triennio rispetto l’anno di riferimento non ha versato alcun contributo al Fondo Previdenza, è pari a 5.041 per i quali si rileva un ammontare medio di contributi versati dalla data di iscrizione al 31/12/2012 pari a 7.717 euro e anzianità contributiva media di 5 anni.


Infine, nel mese di dicembre 2015, il numero di cf pensionati, ossia gli iscritti che percepiscono una pensione diretta di vecchiaia o di invalidità/inabilità, era pari a 912 di cui 841 sono titolari di una pensione di vecchiaia, con 7.188 euro di ammontare medio di pensione, e 71 iscritti percepiscono una pensione di inabilità o di invalidità di importo medio annuo pari a 2.704 euro.


Il 92% dei pensionati è un pensionato contribuente nel 2015, ossia ha versato un contributo obbligatorio al Fondo Previdenza: l’importo del contributo medio annuo è di  3.715 euro, rispettivamente pari a 3.757 euro nel caso sia un pensionato di vecchiaia e 3.192 euro se pensionato di invalidità. Le pensioni dei pensionati contribuenti sono generalmente più alte degli iscritti che interrompono i versamenti una volta entrati in quiescenza. Nel 2015 l’ammontare dei contributi versati è pari a circa 3 milioni di euro.


In particolare, è stato richiesto di distinguere i contribuenti tra monomandatari e plurimandatari. Nel 2015 circa l’80% degli iscritti CF contribuenti è plurimandatario e versa più del 70% della contribuzione totale versata dagli iscritti CF. È da osservare che, pur essendo plurimandatari, tali iscritti hanno prevalentemente un solo mandato di agenzia produttivo per una sola ditta preponente (il 98%).

 

 

 

Enasarco deve anche fare i conti con un portafoglio investimenti non molto equilibrato. Lei segue, all'interno del CdA della Fondazione, anche questi aspetti. Quali sono le reali criticità dell'attuale portafoglio investimenti?


Una volta individuato il nuovo cfo occorre dare seguito con più rapidità alle decisioni di investimento anche attraverso un regolamento più efficiente e soprattutto ristrutturare gli investimenti del passato privi di garanzia non più efficienti e non compliance. I gap principali tra il portafoglio e la nuova Asset Allocation Strategica sono principalmente nell’asset class monetario, dell’obbligazionario stato mondo exemu, dell’azionario, del ritorno assoluto, e dell’immobiliare. L’eccessiva liquidità che abbiamo direttamente e indirettamente, e quanto costa alla Fondazione, per non dare un rendimento agli iscritti. Per quanto concerne l’esposizione azionaria e obbligazionaria derivano soprattutto dal timing, sono 7 anni di mercati in crescita e le previsioni in termini probabilistici di una replica della performance sono molto basse, quindi stare al passo con investimenti innovativi che contemplano il giusto rapporto rischio/rendimento per la Fondazione. Sull’esposizione immobiliare bisogna adottare un piano strategico (attuabile direttamente o mediante i gestori delegati) che porti l’aumento della redditività e le qualità degli asset, anche sostituendo asst meno efficenti e re-investendo tenendo conto che dobbiamo diminuire gli asset immobiliari.  

 

Quali sono, secondo lei, i prossimi passi che la fondazione dovrebbe compiere per migliorare i propri investimenti?
Sicuramente nella direzione che si sta cercando di intraprendere, implementando gli investimenti istituzionali con investimenti in “mission related” nella quota che non determinano effetti sulla gestione del portafoglio ad allocazione strategica fino ai limiti imposti a livello di patrimonio e di budget di rischio. Portare un rischio di concentrazione gestore ad una quota massima di gestione pari a 300 milioni. Diversificare il più possibile i gestori e tutelare la Fondazione dai rischi di perdita senza controllo, modificare il regolamento investimento (molto restringente),  tenere sotto controllo posizioni acquisite in passato (che sono molte) infatti sto avviando una serie di due diligence e controlli volte a tutelare gli iscritti della Fondazione.

 

Ad un anno dal suo ingresso in Enasarco è possibile trarre un bilancio di questa esperienza? Qual è il reale stato di salute della Fondazione?


Sicuramente migliore basta vedere l'utile dal punto di vista economico e la governabilità scaturita da un processo elettivo, nonché una maggiore trasparenza negli atti almeno per quanto mi riguarda. Purtroppo da quando mi sono insediato, sto passando giornate a gestire situazioni pregresse causate da altri amministratori, che portano a decisioni importanti e di responsabilità,  piene di storie del passato. Abbiamo chiuso con un avanzo economico 2016 119 mln euro (+11%) è evidente che è un buon risultato per la solidità finanziaria e patrimoniale, ma a mio parere si può fare di più per mettere in sicurezza presente e futura le pensioni e il welfare degli agenti di commercio e dei consulenti finanziari. Ad oggi vorrei dare delle risposte importanti soprattutto alla mia categoria che ci ha visto esclusi da sempre nella gestione della Fondazione.

 

A questo punto che messaggio trasmetterebbe ai consulenti finanziari che lei rappresenta?


Sono disposto a tutto, pur di avere una gestione ottimale della Fondazione, si tratta del futuro delle nostre famiglie e non si può giocare su questo. La decisone di concorrere alle elezioni prima e alla governance dell'ente poi ci consente di gestire alcuni temi sensibili e far valere le nostre competenze, assumendoci nel contempo le nostre responsabilità. Come Anasf assicuriamo un presidio per tutti i cf iscritti alla fondazione.

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