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Assoreti, "non snaturiamo" l'offerta fuori sede

5/13/2017

Questo l'appello dell'associazione guidata da Matteo Colafrancesco che nutre perplessità sulla possibilità che i consulenti autonomi operino fuori sede. A meno che....


"Faticosamente combattiamo affinché non venga snaturato il modello normativo dell'offerta fuori sede, il quale poggia su un equilibrio felice ma delicatissimo fra riserva di attività e responsabilità, connotato da elevatissime garanzie di tutela dei risparmiatori". Con queste parole il presidente di Assoreti, Matteo Colfrancesco - in occasione del Convegno dell'associazione svoltosi il 13 maggio 2017 nella cornice del Grand Hotel Quisisana di Capri - ha chiaramente espresso la posizione delle reti sul delicato tema dell'articolo 30 bis inserito nel decreto legislativo di attuazione della MiFID II approvato in via preliminare lo scorso 28 aprile.

 

Un articolo che, come ricordato dallo stesso commissario Consob Carmine Di Noia - intervenuto a Capri - prevede sia per i consulenti finanziari autonomi, sia per le società di consulenza finanziaria, la possibilità di promuovere e prestare il servizio di consulenza "anche in luogo diverso dalla sede legale". 

 

Un'apertura all'offerta fuori sede per il mondo cosiddetto fee only che desta non poche preoccupazioni al mondo delle reti. Non tanto per una "questione di antagonismo tra categorie, o tra ordinamenti giuridici" ha chiarito nel corso del suo intervento Colafrancesco. Ma piuttosto per "una ratio normativa che attribuisce a banche, SIM, SGR e Poste, la possibilità di offrire servizi fuori sede con determinate regole. Albo e stringenti requisiti patrimoniali" ha spiegato il presidente di Assoreti "costituiscono il perno della protezione dell'investitore dai maggiori rischi connessi all'operatività fuori sede".

 

Oggi la tutela del risparmiatore, su questo fronte, è garantita dall'esistenza di "una disciplina costosa per gli intermediari e per i consulenti finanziari abilitati; ma una disciplina che abbiamo condiviso, in Italia, a tutela dell'investitore, a favore della fiducia negli investimenti; le nostre regole, l'iscrizione al nostro Albo, la nostra responsabilità solidale, sono stati capisaldi per il risparmio, per l'afflusso di investimenti importanti: non snaturiamola" ha affermato con forza Colafrancesco invitando tutti i soggetti interessati a operare fuori sede ad assoggettarsi alle stesse regole delle reti.

 

Un appello che è stato colto da Di Noia che però, nel riflettere sulla MiFID II, e in particolare sul criticato articolo 30 bis, ha invitato le reti a "non spaventarsi di default. Siamo di fronte ad un universo, quello dei consulenti autonomi, che non conosciamo. Le vostre riflessioni sono importanti ma non lanciamo allarmi prima del dovuto" ha affermato Di Noia che non nega che siamo di fronte a un "tema delicato" e comprende la sensibilità delle reti chiamate a difendere la "reputazione" di un'industria cresciuta notevolmente in questi anni. 

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