La Fédération Européenne des Conseils et Intermédiaires Financiers (FECIF) scende in campo in difesa delle commissioni e degli inducements. La federazione, che riunisce le associazioni europee di consulenti (ex-promotori) e consulenti finanziari, ha inviato una lettera al commissario europeo Michel Barnier nella quale esprime le sue perplessità in merito alla posizione rigida assunta dalla Commissione Europea in tema di commissioni.

 

Secondo il presidente del Fecif, Vincent Derruder, l'obbligo imposto al settore, da parte dell'Unione Europea, di richiedere una giusta remunerazione e di non ricevere retrocessioni monetarie e non monetarie da parte di terzi è "discriminatorio". 

 

Per questo, scrive Derudder, "proponiamo, alternativamente a un divieto discriminatorio e anti-democratico, un obbligo di comunicare in maniera chiara e trasparente il tipo di remunerazione applicata al prodotto e/o al servizio" offerto. 

 

"Una tale protezione" si legge ancora nella lettera inviata dal Fecif "permetterà di proteggere i clienti dagli eventuali conflitti di interesse, perché non ci sarà più ambiguità sulla correttezza dell'intermediario".

 

Il Fecif, facendo anche riferimento ad una lettera inviata dalla Chamnre Nationale de Conseillers en Investissements Financiers al ministro dell'economia francese Francois Baroin, invita quindi la commissione europea a riflettere sua una posizione così rigida che potrebbe ostacolare ulteriormente la crescita di un settore come quello dei consulenti (ex-promotori) e dei consulenti finanziari. "In questa fase di difficoltà per l'Europa, che registra una forte disaffezione da parte dei cittadini, gli obblighi non sono la risposta", sorpattutto in un settore già molto regolamentato.

 

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