Tempo di lettura: 2min

"Quotare Fideuram? Per far diventare i pf azionisti"

2/24/2015

Secondo il numero uno di Intesa Sanpaolo Carlo Messina sarebbe uno dei vantaggi dello sbarco in borsa del polo del private banking. Il gruppo procederà con il piano tuttavia solo dopo aver individuato un operatore estero con cui aggregarsi


Solo dopo aver individuato un possibile partner con cui fondersi Intesa Sanpaolo tornerà a pensare alla quotazione delle divisioni di private banking o dell'asset management, anche se il vantaggio per il private banking sarebbe quello di far diventare azionisti i consulenti (ex-promotori) e private banker del gruppo. Lo ha detto Carlo Messina (nella foto), a.d. di Intesa Sanpaolo, a margine di un convegno sui distretti. "Se fosse necessaria la quotazione - ha sottolineato il manager - per fare delle aggregazioni con altri operatori del private banking o dell'asset management, la considererei anche perché é evidente che se fai un'aggregazione con un soggetto che ha un valore rilevante è meglio usare la stessa carta".

Tuttavia, “molto dipenderà dalle concrete possibilità di avere dei target e in questo momento non ne abbiamo nessuno operativo". Per Intesa Sanpaolo, ha puntualizzato Messina, la crescita nel private banking e nell'asset management restano "una priorità strategica". Lo sviluppo di quest'area di business potrà avvenire sia per linee interne, aprendo nuove filiali all'estero (nel breve termine è prevista l'apertura di uffici a Londra), sia attraverso una crescita per linee esterne: "Valutiamo la possibilità di crescita dove si possano acquistare marchi internazionali in Paesi con rating tripla A" ha aggiunto Messina.

Qualche mese fa, ad esempio, Intesa Sanpaolo, si era fatta avanti per rilevare il gruppo britannico di private banking e wealth management Coutts, ma poi non se n'era fatto più nulla. Per quanto riguarda la quotazione del polo del private banking, secondo Messina un altro vantaggio sta nel far diventare azionisti "i tuoi consulenti (ex-promotori) o private banker, perché normalmente i modelli di successo di questo business vedono i dipendenti azionisti della società”. E' il caso, quest'ultimo in Italia, di Azimut, Banca Generali, Mediolanum e FinecoBank. Si tratta quindi di un'altra ragione per procedere all'Ipo anche se "in questo momento non abbiamo ancora deciso se e come lo faremo".

Condividi

Seguici sui social

Advisor è la prima piattaforma interamente dedicata alla consulenza patrimoniale e al risparmio gestito con oltre 38.000 professionisti già iscritti


Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione


  • Leggi articoli esclusivi
  • Salva le tue news preferite
  • Partecipa ad eventi esclusivi
  • Sfoglia i magazine in anteprima

Iscriviti oggi!

Hai già un profilo? Accedi qui

Cerchi qualcosa in particolare?