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Bsi esce da B-Source, Avaloq diventa unico proprietario

2/12/2016 | stefania.pescarmona1

Regista dell'operazione sarebbe l'azionista Btg Pactual, che punta a dismettere anche l'istituto bancario ticinese per fare cassa


Bsi esce così completamente dall'azionariato di B-Source, società leader in Svizzera nell'ambito del Business process outsourcing (BPO) e attiva nella fornitura di servizi informatici per il settore bancario.

 

La cessione della restante quota del 49% di B-Source che faceva capo a Bsi, avvenuta lo scorso 10 febbraio, segue di 5 anni la dismissione del 51% della società ticinese all'elvetica Avaloq. Operazione che era legata alla decisione strategica di Bsi di focalizzarsi sul core business del private banking e nello stesso tempo dall’opportunità di assicurare a B-Source una struttura di controllo che le permettesse di crescere ulteriormente come fornitore di servizi BPO.

 

Si chiude quindi un capitolo per la società ticinese, che era stata fondata proprio da Bsi nel 1995 e che fornisce attualmente servizi di back-office bancario a 25 banche che amministrano un patrimonio di 310 miliardi di franchi. In una nota si apprende, infatti, che con questa operazione, l'istituto bancario ticinese vuole assicurare la crescita di B-Source attraverso un solo e unico proprietario. Anche in questo caso, infatti, a rilevare la partecipazione da Bsi è stata Avaloq, che due giorni fa ha esercitato l’opzione per il 49% rimanente, diventando così azionista unico di B-Source, che cambierà la sua ragione sociale in Avaloq Sourcing Switzerland. Nessuna informazione è stata data invece sul valore della transazione, che le parti hanno deciso di mantenere riservato.

 

In ogni caso, la mossa consente comunque a Bsi di rafforzare il capitolo risorse finanziarie interne. Secondo indiscrezioni di mercato, a spingere sull'acceleratore della cessione sarebbe stato proprio l'attuale azionista di Bsi, il colosso finanziario brasiliano Btg Pactual, colpito qualche mese fa dall'arresto dell'ad e patron della compagnia Andre Esteves, che aveva rilevato Bsi da Generali, nel settembre dello scorso anno per 1,25 miliardi di franchi svizzeri.

 

La vendita della banca ticinese rientrerebbe, infatti, in un processo di dismissioni più ampio, che coinvolge anche la stessa Bsi. Proprio su quest'ultima, secondo finanziarie elvetiche, il gruppo bancario zurighese Efg International avrebbe avviato colloqui in esclusiva e ora sarebbe più avanti nell'eventuale acquisizione di Bsi rispetto all'altro pretendente, rappresentato dalla cordata formata dall’istituto pubblico ticinese BancaStato, dal gruppo Investindustrial guidato da Andrea Bonomi e da Ubs (per una quota minoritaria).

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