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La ricetta di Bill Gross per guadagnare nell'era dei tassi a zero

3/8/2016 | Massimo Morici

Il gestore del fondo Global Unconstrained Bond di Janus Capital usa toni apocalittici nell'ultima newsletter di marzo in cui annuncia la fine dell'era dell'espansione del credito


L'era dell'espansione credito è destinata a tramontare per far posto a un inverno buio per gli investitori. Nell’ultima newsletter Bill Gross (nella foto) da ottobre 2014 gestore del fondo Global Unconstrained Bond di Janus Capital (+0,1% il rendimento nei primi due mesi dell'anno; -2,10% nel 2015, stando ai dati Morningstar) dopo la clamorosa dipartita da PIMCO, usa toni apocalittici e mette in guardia gli investitori dall’eccessivo livello di indebitamento raggiunto dalle economie avanzate.

Non è una novità, ma stavolta per spiegarlo agli investitori prende a prestito il lessico dell'astronomia: i mercati creditizi, scrive il gestore, sono diventati una gigante rossa, lo stadio che il Sole raggiungerà fra 5 miliardi di anni quando si espanderà fino a inglobare i pianeti più vicini, tra cui anche la Terra, per poi esplodere. Al di là dell'analogia tra il ciclo di vita del credito e quello stellare (il secondo, per lo meno, lo abbiamo studiato tutti a scuola), Gross ci sta dicendo che il nostro sistema basato sulla continua espansione del credito è prossimo alla fine, anche perché negli scorsi decenni le aziende e gli Stati si indebitavano per produrre, mentre oggi lo fanno per continuare ad alimentare i mercati finanziari e quindi a sopravvivere.

Detto con le sue parole, "il nostro sistema economico basato sulla finanza sembra essere andato in letargo, non perché la gente non vuole lavorare o la tecnologia non produca cose migliori, ma perché la finanza si sta bruciando come farà in futuro il Sole". Gross ricorda che il mercato del credito è passato da un trilione di dollari del 1970 a 58 trilioni di dollari e oggi "questa espansione sembra aver raggiunto una sorta di fase terminale”. Questa è l'era glaciale (l'inverno di cui parla Gross) dei tassi rasoterra, che si è estesa anche al Giappone e all'Eurozona dove il 40% dei bond governativi viaggia già sotto zero.

Cosa fare in questo ambiente? Per l'ex re dei bond (quando era in PIMCO gestiva il più grande fondo obbligazionario al mondo) è meglio non farsi tentare dalla "mela tentatrice" e cioè dai grassi rendimenti offerti dai bond high yield, perché "sono dove sono” solo “per via dei bassi tassi di interesse”, e tanto meno dai bassi prezzi dei titoli azionari delle banche: continueranno a rimanere imbrigliate in regole sempre più stringenti e i margini smbrano essere sempre più ridotti. Difficile, insomma, che i prezzi dei bancari tornino ai livelli precedenti al 2008.

Bisognerebbe stare alla larga, poi, anche dagli eccessivamente costosi Bund e Treasuries: basta poco a prendere una batosta, visto che "un incremento di 10 punti base in un solo giorno di un trentennale americano al 2,5% è in grado di cancellare il reddito cedolare di un anno". Se vi sembra di stare con le spalle al muro, la sua ricetta in un mondo di tassi di interesse negativi, che pone straordinari rischi di duration per le obbligazioni sovrane dal rating AAA, è questa: "mantenere a breve termine le scadenze dei titoli" e adottare strategie long/short sul credito "prendendo in prestito a quei rendimenti interessanti su una leva finanziaria moderata che offre un ritorno (e un rendimento atteso) del 5-6%".

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