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Bowers (Franklin): "Non date troppo peso alla volatilità"

3/22/2016

La casa di investimento di San Mateo continua a credere che il 2016 sorprenderà molti investitori: è solo una pausa della crescita nell'arco di un ciclo espansionistico più lungo


Le preoccupazioni per la crescita nei mercati emergenti e il crollo dei dati economici ha portato a credere che l’economia globale non fosse in grado di evitare una caduta in recessione. Il pessimismo sul mercato ha raggiunto livelli elevati nelle prime settimane del 2016 che a molti investitori hanno ricordato quanto accaduto nel 2008. Non è di questo parere Grant Bowers, portfolio manager azionario di Franklin Templeton.

"Nonostante questi timori, continuiamo a ritenere che l’economia statunitense stia avendo un buon andamento e che il 2016 dovrebbe sorprendere molti con un modesto incremento degli utili societari, una forte spesa al consumo e una crescita del prodotto interno lordo nell’ordine del 2%-3%” spiega. “Di norma, queste ondate di vendite su ampia scala creano - per gli investitori a lungo termine – opportunità di acquisto di società di alta qualità a prezzi interessanti e nelle ultime settimane siamo andati attivamente alla ricerca di occasioni per i nostri portafogli” prosegue Bowers aggiungendo che la politica e le elezioni negli USA “non sono una componente rilevante della nostra analisi dei fondamentali” anche se “i mercati resteranno volatili fino alla conclusione delle primarie presidenziali, quando avremo un quadro più chiaro di chi saranno i candidati dei principali partiti e in cosa consisteranno le loro proposte politiche”.

"Al momento abbiamo prospettive positive per il mercato azionario statunitense. Nonostante un inizio dell’anno difficile, non intravediamo una recessione all’orizzonte e riteniamo che l’economia statunitense sia più forte di quanto molti credano. Quando alla fine dell’anno rivaluteremo la situazione in retrospettiva, considereremo questo periodo come una pausa della crescita nell’arco di un ciclo espansionistico più lungo" aggiunge Bowers spiegando che la forza del consumo statunitense è una delle ragioni per cui la casa di investimento di San Mateo (California) mantiene un atteggiamento positivo nei confronti delle azioni statunitensi. “È vero che utili e ricavi sono mediamente scesi nel quarto trimestre per le società incluse nell’indice S&P 500 e che alcuni potrebbero definire tale flessione come una recessione degli utili.

"Ritengo però - conclue il gestore - che gli investitori dovrebbero analizzare i dati più a fondo per capire quali siano stati i propulsori chiave della flessione. Primo: il rafforzamento del dollaro statunitense è stato negativo per molte società multinazionali e l’impatto valutario unito al rallentamento della crescita globale ha fatto registrare alle società con una forte esposizione internazionale una crescita più lenta rispetto a quelle orientate verso l’economia interna o statunitense. Secondo: il calo dei prezzi del petrolio e del gas ha avuto un impatto negativo, dal momento che gli utili su base annua del settore energetico sono diminuiti di oltre il 70%, trascinando al ribasso il tasso di crescita medio".

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