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UBP: la Bce rimane in attesa

2/23/2017

Secondo Olivier Debat, specialista investimenti obbligazionari di Union Bancaire Privée – UBP, la Bce rimarrà sulla difensiva per gran parte di quest’anno


Secondo Olivier Debat (nella foto), specialista investimenti obbligazionari di Union Bancaire Privée – UBP, la Bce rimarrà sulla difensiva per gran parte di quest’anno, in quanto anche se i base effect e i prezzi dell’energia continuano a supportare l’inflazione headline, i trend dell’inflazione core restano invece deboli.

 

Ciò detto, una volta che saranno passate le elezioni francesi, il mercato dipenderà inevitabilmente dal rischio di un tapering da parte della Bce. Esso infatti ridurrebbe l’attrattività di tenere un posizionamento sulla duration in euro, supportando una preferenza per una esposizione ai titoli del debito corporate investment grade in dollari piuttosto che per quelli in euro. L’high yield statunitense appare in buono stato grazie al messaggio ricorrente di Trump sui tagli fiscali e sulla deregolamentazione, fattori che sarebbero positivi per l’S&P, per il quale l’high yield statunitense rappresenta il miglior sostituto nei mercati del credito. L’OPEC sta rispettando l’accordo sulla produzione, fattore che offre supporto al petrolio, al settore energetico e di conseguenza all’high yield USA.

 

É comunque evidente che i mercati finanziari restano principalmente concentrati su Donald Trump, in attesa di capire a quale delle sue politiche darà la precedenza e quali riuscirà a far approvare. L’aumentata probabilità di un pacchetto di misure fiscali è valso un premio nel mercato dei tassi statunitensi che ora sembra sia ampiamente finito, con 2,5 rialzi prezzati dal mercato per il 2017, rispetto alla previsione della Federal Reserve che nel suo ‘dot-plot’ mediano – il grafico che riflette le attese in tema di tassi di interesse – ne prevede 3.

 

Il moltiplicatore fiscale di un pacchetto di stimolo da parte di Trump sembra destinato a essere relativamente basso, in quanto consisterà in tagli fiscali per le aziende piuttosto che in investimenti sostanziali in infrastrutture, inizialmente più difficili da far accettare al Congresso. Un tale insieme di stimoli dovrebbe offrire semplicemente una spinta alla crescita nel breve periodo piuttosto che un cambiamento strutturale del quadro macro o del tasso di crescita potenziale dell’economia, che è determinato da fattori tra cui produttività e demografia.

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