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Capital Group: la fine del rally del dollaro

2/23/2017

Secondo Jens Søndergaard, analista valutario del gruppo, il giro sulle montagne russe delle valute nel 2016 non si fermerà


Cosa succederà ai mercati valutari nel 2017? Secondo Jens Søndergaard (nella foto), analista valutario di Capital Group, il giro sulle montagne russe visto nel 2016 non si fermerà, ma la corsa sarà meno precipitosa. Questo è molto importante perché le oscillazioni sul mercato dei cambi possono avere un notevole impatto sui risultati d’investimento. Nel 2016 le borse europee hanno guadagnato il 7% in valuta locale. Un investitore in dollari invece avrebbe registrato una perdita dello 0,4%, poiché il movimento delle valute sottostanti avrebbe eliminato interamente il guadagno.

 

Una forte accelerazione della crescita economica negli USA – probabilmente influenzata dalle politiche del nuovo presidente – potrebbe portare ad un ulteriore rafforzamento del dollaro, ma probabilmente non più del 5%. Il biglietto verde si trova agli ultimi chilometri di una corsa durata diversi anni, dopo essere cresciuto di oltre il 30% dal 2011. Buona parte delle buone notizie sull’economia americana sono state già incorporate nell’attuale valutazione e il dollaro è sopravvalutato del 10% circa. Quanto ancora potrà durare questo movimento rialzista? Non sarebbe sorprendente se il dollaro entrasse in una fase di consolidamento quest’anno.

 

Se si accetta la premessa che il dollaro è caro, questo significa che altre valute sono relativamente sottovalutate. Poiché la crescita dell’economia nella zona euro sta tornando e l’inflazione sta cominciando a risalire (anche se a partire da livelli bassi di deflazione), l’euro potrebbe essere pronto a ripartire. Se questi trend dovessero rafforzarsi, la BCE potrebbe iniziare a ridurre il suo programma di acquisti obbligazionari, provocando un possibile apprezzamento dell’euro. Tuttavia, ciò non accadrà prima della seconda metà del 2017, dopo le elezioni in Francia e Germania. Quando l’incertezza politica sarà diminuita, l’euro raggiungerà un buon posizionamento per iniziare ad apprezzarsi.

 

C’è ancora molta incertezza riguardo all’uscita del Regno Unito dall’UE, un processo che dovrebbe durare due anni circa. Il valore attuale della sterlina, che è sceso del 15% rispetto al dollaro a partire dalla scorsa estate, incorpora già i rischi relativi ad una “hard Brexit”. Fino a quando questa incertezza persisterà non vi sono molte ragioni per aspettarsi un rialzo importante della sterlina, ma nemmeno un ribasso altrettanto significativo. Oggi il prezzo della sterlina è attraente, ma non c’è motivo di essere ottimisti fino a che non si conosceranno la sorte del Regno Unito una volta uscito dall’Unione Europea.

 

Lo yen ha è stato caratterizzato da estrema volatilità nel 2016, con un viaggio di andata e di ritorno vicino al punto di partenza. La sua valutazione è a buon mercato, ma ciò è dovuto all’aggressivo programma di acquisti della Banca Centrale del Giappone, affiancato alle misure di controllo della curva dei rendimenti. Data la pressione al rialzo dei tassi di interesse a livello globale, il rischio è che i mercati metteranno alla prova la capacità della Banca Centrale del Giappone di mantenere i tassi bassi. Qualsiasi segnale di una minore volontà e capacità di mantenere i tassi bassi provocherà rapidamente uno yen più forte.

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