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Strumenti passivi? Ce li spiega Simone Rosti di UBS

3/9/2017

L'intervista al responsabile degli Etf Sud Europa mette in luce le peculiarità di questi strumenti, sempre più diffusi nei portafogli degli investitori


Presentiamo oggi un’intervista esclusiva con Simone Rosti (nella foto), responsabile UBS Etf Sud Europa, che ci espone le sue opinioni riguardo alla crescente popolarità della gestione passiva e degli investimenti SRI, e come UBS stia cavalcando questi trend di mercato.

 

A cosa è dovuta la crescente popolarità dei fondi passivi rispetto a quelli attivi?

 

La gestione attiva, intesa come scelte di asset allocation, e gli strumenti di investimento passivi e indicizzati vanno di pari passo. Gli Etf esplicano al meglio la loro funzione soltanto se accompagnati da un’attenta gestione attiva e da un rigoroso processo di asset allocation. Gli Etf stanno crescendo velocemente rispetto a fondi stock/bond picker, che raramente riescono a sovraperformare il benchmark. Dunque gli investitori, istituzionali e privati, ma anche i consulenti che si occupano della gestione del patrimonio dei propri clienti, aumentano sempre più la componente in portafoglio composta da strumenti efficienti, liquidi e in grado di dare valore aggiunto come gli Etf. Ciò detto, la convivenza di una parte core composta da strumenti passivi insieme a una parte satellite di fondi attivi è ormai una strategia sposata dalla maggior parte degli investitori istituzionali. I consulenti e gli investitori privati seguiranno questo trend anche grazie all’avvento di Mifid 2, a una maggior trasparenza e coscienza dei costi e a una sempre più diffusa conoscenza degli Etf. È un trend ineludibile, come è accaduto negli Stati Uniti – da sempre anticipatori di tendenze poi caratterizzanti anche l’Europa –, dove sul segmento azionario è calata progressivamente, nel corso degli anni, l’allocazione verso gli investimenti attivi da parte di tutte le tipologie di investitori.

 

Considerata la consistente crescita degli strumenti passivi, quali sono le caratteristiche che un player deve avere per riscuotere consenso e successo?

 

Non è necessario essere arrivati per primi, né tantomeno essere i più grandi. Il mercato è, infatti, ormai maturo e gli investitori sanno cosa devono cercare. UBS Etf ha beneficiato di questa situazione e oggi è il quarto player europeo. C’è sempre maggiore attenzione da parte di fund selector e gestori alla selezione degli Etf. Ciò significa che vengono adottati criteri di selezione idonei a identificare di volta in volta lo strumento migliore e più efficiente in termini di costi, capacità di replica, potenziali rischi di controparte, servizio al cliente, liquidità. Questi sono i criteri che iniziano a essere utilizzati dai principali investitori italiani per la selezione degli Etf. Non c’è più spazio per chi sceglie sulla base del brand o di scelte pregresse. Ora si tratta di un mercato mainstream, non più di nicchia. La capacità di proporre idee innovative e in linea con gli orientamenti e le esigenze degli investitori, diventerà sempre più l’elemento discriminante nella scelta di un emittente.

 

L’evoluzione degli strumenti passivi ha portato gli emittenti a offrire strumenti sempre più sofisticati, in grado di investire su nicchie di mercato (es. investimenti responsabili) o di applicare specifiche strategie (es. factor). Come sono stati accolti dagli investitori?

 

L’innovazione va interpretata nel modo corretto: questi strumenti sono complementari agli Etf su indici tradizionali. Ad esempio, alcune tipologie di factor Etf, come i low volatility o i quality, permettono di essere esposti sull’azionario ma con un approccio più prudente. Si tratta quindi di strumenti che possono essere utili per il gestore in certe condizioni di mercato. In altri termini, il mercato degli Etf sta diventando sempre più sofisticato, per permettere ai gestori di portafogli di coprire sempre più mercati, segmenti e strategie di asset allocation. Il 2016 è stato poi l'anno della consacrazione degli investimenti SRI e, di conseguenza, anche degli Etf che replicano indici sostenibili. UBS Etf ha di recente superato quota 1,2 miliardi di euro di asset investiti in strumenti sostenibili ed è leader indiscusso in questo campo, con oltre il 40% di quota di mercato. Finora, la crescita è stata favorita dagli investitori istituzionali, a cominciare da fondi pensione, assicurazioni e fondazioni; ora sempre più investitori richiedono l'adozione di criteri SRI nelle proprie soluzioni di investimento, anche perché diverse analisi dimostrano che questi indici hanno performance in linea con i relativi indici standard non SRI se non, talvolta, superiori.

 

Sempre parlando di specializzazione, le aspettative di una ripartenza dell’inflazione americana, alimentate dalla posizione della Fed, possono spaventare gli investitori esposti sui mercati obbligazionari. Qual è la soluzione adottata da UBS per questo problema?

 

L’interesse degli investitori si sta principalmente concentrando su prodotti che non siano eccessivamente impattati dal ciclo di rialzo dei tassi da parte della Fed. I flussi principali li abbiamo riscontrati sull’UBS Etf – Barclays TIPS 1-10 UCITS Etf, che replica un paniere di 24 Titoli di Stato americani indicizzati all’inflazione con una duration compresa tra 1 e 10 anni, sia a cambio aperto che coperto. L'altra strategia che sta riscuotendo successo è l'UBS Etf Barclays US Liquid Corporates Interest Rate Hedged, che neutralizza l'impatto del rialzo dei tassi.

 

Ultimamente UBS ha allargato la propria gamma Etf con numerosi nuovi strumenti. Ci spieghi brevemente la natura e i motivi di queste scelte.

 

Negli ultimi mesi abbiamo allargato la nostra gamma di Etf quotati su Borsa Italiana attraverso nuove esposizioni obbligazionarie, e con nuovi prodotti SRI (oggi sono 11, otto su indici azionari e tre su obbligazioni corporate). Gli investimenti passivi e indicizzati continueranno a crescere all'interno dei portafogli istituzionali e privati. Le nuove forme di indicizzazione (come ad esempio factor/smart beta, SRI/ESG…) continueranno a evolvere per complementare strategie di asset allocation che richiedono sempre più granularità in termini di esposizioni. Sono più scettico su strategie attive che abbiano gli Etf come veicolo di investimento. I pochi fondi che hanno costanti sovraperformance e strategie attive consistenti hanno già l'opportunità di essere quotati su Borsa Italiana e non sono strategie che richiedono liquidità intraday.

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