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BNY Mellon: quali sono gli effetti dell'Articolo 50?

3/29/2017

L'attivazione dell'Articolo 50 ha numerose implicazioni a livello di mercati globali, ecco quali


“L’incertezza dei mercati resta un tema chiave per molti investitori europei, tuttavia vediamo segnali circa un miglioramento dell’economia europea. Gli ultimi outlook e i dati relativi all’Eurozona sono confortanti. Nonostante alcune previsioni piuttosto cupe, si potrebbe affermare che, con l’eccezione dei mercati obbligazionari, molti attivi europei che oggi risentono in misura maggiore dello scenario di rischio politico presentano in realtà valutazioni relativamente attraenti. Proprio la volatilità dei mercati europei, inoltre, può offrire opportunità di investimento interessanti - perché i rischi sottostanti che la determinano risultano spesso meno estremi di quanto i mercati temano inizialmente”, dichiara Jon Day, responsabile obbligazionario di Newton Investment Management (BNY Mellon).

 

All’inizio di marzo, l’euro si è rafforzato sul dollaro e il bund tedesco ha raggiunto i livelli più elevati da febbraio dopo le dichiarazioni del Presidente Mario Draghi. La Banca Centrale non avverte più un “senso di urgenza” circa la necessità di adottare ulteriori misure per stimolare la crescita e l’inflazione dell’eurozona attraverso il programma di QE.

 

In questo scenario di miglioramento economico, il rischio politico inerente alle elezioni in Francia e Germania appare meno severo rispetto a quello legato al referendum britannico e alle elezioni negli USA. Certo, non si possono escludere ulteriori sconvolgimenti politici, ma i due eventi più importanti del 2016 avevano un esito binario e netto (sì o no in Gran Bretagna, Clinton o Trump negli USA), mentre le elezioni europee possono concludersi con risultati ben più contrastati.

 

Secondo quanto commentato da Paul Hatfield, global cio di Alcentra (BNY Mellon), “l’attivazione dell’Articolo 50 non giunge certo inattesa per i mercati. Nondimeno, crediamo che potrebbe causare una lieve perturbazione sui mercati, perché gli investitori torneranno a concentrarsi sulla realtà della Brexit e sulle implicazioni legate all’uscita della Gran Bretagna dall’UE. Dopo la volatilità iniziale, la sterlina potrebbe indebolirsi ancora, con implicazioni sulle obbligazioni e sui prestiti denominati nella valuta britannica. Ci aspettiamo un calo delle emissioni nel corso dei mesi a venire”.

 

Dall’inizio dell’anno a oggi, le obbligazioni high yield denominate in sterline hanno registrato buone performance, superando i rendimenti dei titoli in euro e dollari, pertanto non sarebbe sorprendente assistere a una temporanea correzione dopo l’annuncio di Theresa May. Tuttavia, c’è molta liquidità in circolazione e gli investitori sono pronti a cogliere le migliori opportunità nelle fasi di calo, pertanto il trend non sarà pronunciato – anche perché le notizie sull’andamento dell’economia sono state positive ultimamente. Con una sterlina più debole, le pressioni inflattive nel paese potrebbero continuare ad accumularsi. Se i consumatori britannici continueranno a ridurre le spese al dettaglio, potremmo vedere dei ribassi nel settore dei beni di consumo. Viceversa, le spese legate al turismo sono state particolarmente robuste e con una sterlina più debole è probabile che il settore continui a performare bene.

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