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Fideuram, l'utile trimestrale cresce del 7%

5/9/2016 | Redazione Advisor

E a livello di masse il gestito pesa per il 70% del totale, mentre le masse sotto consulenza a pagamento raggiungono quota 31,5 miliardi.


Il primo trimestre del 2016 di Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking si chiude con un utile netto consolidato pari a 213 milioni di euro, un risultato in crescita del 7% rispetto ai 200 milioni registrati nei primi tre mesi del 2015. A comunicarlo la stessa società che ha approvato il resoconto intermedio di gestione consolidato al 31 marzo 2016. 

 

Tra gli altri dati si segnalano gli 1,9 miliardi di euro di raccolta netta (in calo del 12% rispetto ai 2,1 miliardi dello stesso periodo del 2015) e i 186,4 miliardi di masse amministrate, in flessione di 2,5 miliardi (-1%) rispetto al 31 dicembre 2015). "Tale dinamica è il risultato della contrazione legata alla performance negativa dei mercati finanziari (-4,4 miliardi di euro)" si legge nella nota diffusa dalla società che mette in evidenza la componente di risparmio gestito, pari oggi a 129,2 miliardi, circa il 70% delle masse totali. Da segnalare, inoltre, che a fine marzo 2016 circa il 17% delle masse totali (31,5 miliardi) sono sotto regime di consulenza a pagamento, comprendente sia SEI (servizio offerto da Fideuram e Sanpaolo Invest SIM) sia l'Advisory di Intesa Sanpaolo Private Banking.

 

“I risultati di questa trimestrale dimostrano la forza combinata delle nostre reti di consulenti e banker" ha commentato Paolo Molesini (nella foto), Amministratore Delegato e Direttore Generale della società. "Continuiamo a raccogliere a ritmo sostenuto, ed il nostro focus rimane saldamente il risparmio gestito. Pur in un contesto di marcata volatilità, riusciamo ad incrementare il valore che generiamo in modo sano, robusto e sostenibile nel tempo. Lo dimostra l’utile netto in crescita, frutto di un gettito commissionale poco esposto all’andamento dei mercati e di una eccellente gestione finanziaria. L’azienda è animata da una forte progettualità per continuare ad aumentare, nei prossimi mesi, il livello di innovazione e di qualità del servizio alla clientela”.

 

Al 31 marzo 2016 il numero complessivo dei private banker delle Reti si è attestato a 5.861 (+15 unità rispetto al 31 dicembre 2015), con un portafoglio medio pro-capite pari a circa 32 milioni.

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