"Abbiamo tracciato un percorso con determinazione. Abbiamo condiviso un progetto e seguito un percorso non semplice se pensiamo che in questi dieci anni abbiamo attraversato il 2008 e il 2011. Ma sempre ci siamo mossi spinti dalla logica di creare valore per la Banca, per gli azionisti, per i clienti. Ed oggi, a dieci anni dalla quotazione, i numeri sono il miglior biglietto da visita di Banca Generali". Con queste parole il presidente Gianfranco Fancel ha ricordato i primi dieci anni a Piazza Affari dell'istituto del Leone che non si dichiara affatto sazio: "per la fine di quest'anno verranno superati i 5 miliardi di euro di raccolta netta" ha affermato Fancel anticipando l'intervento del direttore generale Gian Maria Mossa che senza esitazione, in occasione dell'evento svoltosi nella serata del 14 novembre a Palazzo Mezzanotte, ha ricordato i traguardi raggiunti da Banca Generali tra il 2006 e il 2016. 

 

Su tutti la crescita delle masse gestite passate in dieci anni da 17 a 45 miliardi, portando i circa 1800 consulenti a gestire un patrimonio medio pro capite superiore ai 25 milioni e "nettamente superiore alla media Assoreti, ferma a 15 milioni. Un dato che dimostra che ormai siamo a tutti gli effetti una banca private. Non a caso" ha spiegato Mossa "oggi circa 18.000 clienti vantano asset medi vicini ai 2 milioni di euro. Il doppio rispetto a quanto si registrava nel 2012. Ormai siamo tra le prime 5 banche private del paese". E non c'è nessuna intenzione di fermarsi. Anzi. Dati alla mano, secondo il d.g. è raggiungibile da qui al 2021 la soglia dei 70 miliardi di masse gestiti.

 

 

Ma dietro a questi numeri ci sono i manager e tra questi è ancora vivo il ricordo di Piermario Motta al quale sarà dedicata una Fondazione volta a finanziare la ricerca scientifica in campo oncologico. Un'iniziativa che vede coinvolta Banca Generali e la famiglia Motta.