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Un nuovo modo di far consulenza

10/2/2017 | Redazione Advisor

“La tecnologia è in continua evoluzione, non possiamo rimanere indifferenti”. Ne è convinta Rossana Giusti, consulente finanziario di Widiba.


“La tecnologia è in continua evoluzione, non possiamo rimanere indifferenti”. Ne è convinta Rossana Giusti, consulente finanziario di Widiba che sta partecipando attivamente al tavolo di lavoro del progetto Widiba Dialog.

Un progetto che, a detta di Rossana Giusti, può sembrare “fantascientifico”, ma in realtà anticipa, ancora una volta, un percorso ormai tracciato e che non potrà essere ignorato.

 


Perché ha scelto la professione del consulente finanziario?

Ho lavorato in diversi settori; nel momento in cui ho scelto di ricoprire un ruolo nella consulenza finanziaria, mi sono resa conto - fin da subito - che tale professione mi calzava a pennello. Ho individuato in questo lavoro un profondo contenuto sociale e dato che sono una persona molto altruista, disponibile verso l’altro, la consulenza è stata ed è gratificante proprio per questo, perché sposa il mio personale sentire filantropico, al di là del ritorno economico.
 

Quali sono, secondo il suo punto di vista, gli step per raggiungere il successo nella professione?

Spero che la normativa in vigore dal prossimo anno, la MiFID II, porti dei grandi cambiamenti in questa professione. La professionalità spesso non è percepita, tutto ruota intorno al risultato.  La formazione professionale e le competenze sono alla base del successo oltre la fiducia del cliente, si intende,  elemento imprescindibile.

 

In base alla sua esperienza, come son cambiate negli ultimi anni le esigenze dei risparmiatori? Come avete affrontato questi cambiamenti?

È cambiato sicuramente il contesto in cui viviamo e di conseguenza anche l’approccio dei risparmiatori. Fino al 2008, il ”risparmio” investito nelle banche era di tipo difensivo; con gli ultimi episodi nel settore bancario, gli italiani si son trovati costretti a cambiare il loro atteggiamento. Oggi si parla di protezione e di tutela e spesso è faticoso far passare un concetto differente (basti pensare alla situazione previdenziale, ad esempio; son pochissime le persone che in percentuale hanno aderito alla previdenza complementare).  Si registra un po’ un rifiuto; c’è chi preferisce il “mattone” piuttosto che l’adesione a uno strumento finanziario. Dal momento in cui riesci a far passare determinati concetti, le difficoltà però si dissolvono. Educazione finanziaria prima di tutto.

 

Widiba ha voluto inserire un nuovo strumento “digitale” (gli HoloLens) all’interno di una relazione da sempre relegata al mondo umano e non “virtuale”. Quale il motivo principale che vi ha mosso verso questa direzione?

Parlerei più che altro di integrazione. La tecnologia è in continua evoluzione, non possiamo rimanere indifferenti. Siam passati dal semplice telefonino all’iPhone, oggi possiamo utilizzare persino gli HoloLens. L’innovazione fa sempre un po’ paura. Il nuovo progetto Widiba sembra quasi fantascientifico, “troppo per i clienti”? In realtà lo scetticismo sarà a mio parere solo iniziale, dal momento in cui i clienti capiranno di cosa si tratta, apprezzeranno tale novità. Widiba si conferma pioniera in quest’ambito.
 

I suoi clienti saranno in grado di utilizzare gli HoloLens? Come crede reagiranno?
Ho già anticipato ad alcuni clienti questo nuovo modo di far consulenza. La reazione iniziale è stata di “sorpresa”. Gli HoloLens servono, tra le altre cose, ad illustrare con una modalità nuova le performance del portafoglio o la situazione patrimoniale, si tratta di una nuova modalità di condivisione della consulenza finanziaria, vedranno qualcosa che già conoscono in una forma interattiva e sono estremamente convinta che piaceranno molto.

 

E’ una mossa strategica anche per avvicinare al mondo del risparmio gestito e della consulenza una nuova tipologia di target? (i Millennials)

I giovani sicuramente sono più propensi verso esperienze cognitive di questo genere. Sono curiosi ma non hanno le competenze per poter affrontare il mondo della consulenza finanziaria. Il target dei Millennials lo avvicini dal momento in cui lo educhi al mondo del risparmio gestito.Adottare uno strumento come questo credo sia il giusto compromesso, il giusto approccio; i Millennials sono molto sensibili alle differenze di fruibilità delle tecnologie. Faremo sicuramente la differenza.

 

Gli HoloLens aiuteranno a stabilire una relazione soddisfacente tra professionista e cliente? In che modo?
Saranno complementari al nostro lavoro. L’attenzione di una banca non solo alla qualità del lavoro che svolgono i propri consulenti ma anche alle tecnologie che usano, avvicinerà tantissimo il cliente.
 

Pensa si possa far ancora di più in termini tecnologici? Quale il futuro della consulenza finanziaria?

La tecnologia continuerà ad andare avanti ad una velocità disarmante. Non mi stupirei se uscissero nuovi applicativi, nuove tecnologie che possano migliorare la professione del consulente e non mi stupirei se fosse ancora Widiba a essere pioniera in questo. Sul futuro…cerco da un paio di anni la possibilità di sviluppare l’attività di consulente finanziario anche sotto forma di persona giuridica. Siamo indietro rispetto al resto del mondo. Auspico il riconoscimento professionale del consulente finanziario alla stregua di un medico, un avvocato, un commercialista.

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