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Risparmio: italiani più esposti a tre fattori di rischio

3/31/2017

Lo ha ricordato in un intervento al Senato il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco: "Aumentati gli investimenti in strumenti più remunerativi ma che comportano l'esposizione a rischio di credito, di liquidità e di controparte"


Rispetto al passato i risparmiatori hanno aumentato gli investimenti in strumenti finanziari che, a fronte di rendimenti più elevati rispetto ai depositi bancari e ai titoli di Stato, comportano l’esposizione a rischi di varia natura: rischi di credito, di mercato, di liquidità, di controparte. Lo ha ricordato ieri il Governatore di Bankitalia Ignazio Visco (nella foto), intervenuto al Senato dove ha partecipato al convegno “La ricchezza della nazione. Educazione finanziaria e tutela del risparmio”. “Diversificare i portafogli, ricercare le migliori opportunità per impiegare i risparmi, sono operazioni che richiedono valutazioni a volte molto complesse. La tecnologia ha reso più facile accedere a nuovi prodotti e servizi finanziari di cui è necessario conoscere le specificità; nello stesso tempo sono aumentate le interconnessioni tra i mercati con un incremento, di cui spesso si ha poca consapevolezza, delle correlazioni e dei rischi di contagio tra i diversi strumenti” ha detto Visco.

Non solo. Parlando della previdenza, Visco ha ricordato che “stanno inoltre mutando, sotto la spinta dei cambiamenti demografici e delle conseguenti innovazioni normative, le forme di allocazione del risparmio pensionistico, con il trasferimento di una parte crescente dei rischi sui lavoratori”. Il numero uno di Via Nazionale i recenti sviluppi normativi, quali quelli sulla gestione delle crisi bancarie e il bail-in, hanno reso più esplicita “la fondamentale relazione tra rischio e rendimento degli investimenti finanziari. In questo quadro, tutelare oggi il risparmio è più complesso rispetto a quanto non lo fosse in passato”.



Parlando della ricchezza delle famiglie in Italia, Visco ha detto che le attività reali (prevalentemente abitazioni) costituiscono la componente principale della ricchezza (oltre i 6.000 miliardi di euro). Le attività finanziarie erano pari a poco più di 4.000 miliardi, circa due volte e mezzo il Pil, un valore elevato nel confronto con i paesi dell’Europa continentale, anche se inferiore a quello prevalente nei paesi anglosassoni. Nel complesso, nel portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie italiane si è accentuata la presenza di prodotti che per loro natura presentano elementi di diversificazione intrinseca: le quote di fondi comuni, le riserve assicurative, i fondi pensione. Nello stesso tempo è aumentata la complessità delle scelte e più elevati sono oggi i rischi di liquidità e di controparte, spesso tra loro correlati.

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