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Visco (Bankitalia): "La migliore protezione è l'educazione"

11/2/2017

Il governatore, al suo secondo mandato, è intervenuto alla Giornata Mondiale del Risparmio


Per quanto incisivi, obblighi normativi e azioni di tutela da soli non bastano. "È necessario proteggere il consumatore anche accrescendone la capacità di va gliare le informazioni in suo possesso. L’educazione finanziaria non è solo una risposta alla crisi, è un requisito indispensabile a fronte dei cambiamenti nell’offerta di strumenti di investimento".  È quanto ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco (nella foto) nel suo intervento alla Gironata Mondiale del Risparmio, che si è tenuta come di consueto a Roma il 31 ottobre. "Gli accertamenti di Vigilanza - ha aggiunto Visco - richiedono analisi accurate e complesse, in loco e a distanza; non possono fare ricorso ai poteri che la legge riserva all’autorità giudiziaria e alle forze di polizia". 

Visco ha detto che "la tutela del risparmio richiede stabilità monetaria e stabilità finanziaria; le decisioni e gli interventi di banca centrale e di vigilanza le perseguono con determinazione; sui comportamenti delle singole banche la supervisione è ferma e intensa. Del nostro operato non esitiamo a dare conto alle istituzioni e al paese". Tuttavia, "la supervisione sulle banche riduce significativamente la probabilità che si verifichino crisi bancarie, ma non può annullarla".

Parlando del portafoglio degli italiani, Visco ha detto che "la quota destinata al risparmio previdenziale resta tuttavia inferiore a quella rilevata nell’Europa continentale". Il governatore ha ricordato che in Italia "soltanto il 6 per cento delle famiglie detiene quote di fondi comuni e il 9 per cento possiede prodotti del risparmio assicurativo e quot e di fondi pensione; in Germania e in Francia le percentuali sono, rispettivamente, pari al 13 e al 9 per i fondi comuni, al 46 e al 38 per il risparmio assicurativo e i fondi pensione". La diversificazione degli investimenti in attività con profili di rischio e rendimento più elevati "si concentra ancora tra le famiglie più abbienti, anche se si sta gradualmente di ffondendo a fasce di popolazione più ampie".



Visco nel suo discorso, inoltre, ha ricordato che dalla fine degli anni '80 "l’insieme di azioni e partecipazioni, quote di fondi comuni, riserve assicurative e fondi pensione è cresciuto in misura significativa" dal 35 al 58 per cento de lle attività finanziarie. L’incremento ha riguardato, soprattutto, le quote di fondi comuni (da meno del 3 per cento nel 1990 al 12 oggi) e le riserve assicurative e gli strumenti previdenziali (dall’8 al 23 per cento).

LEGGI L'INTERVENTO INTEGRALE DI VISCO

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