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8/28/2015
Via libera dal Consiglio dei ministri di ieri a quattro disegni di legge per ratificare e rendere esecutivi gli accordi in materia fiscale tra Italia, Svizzera, il Principato di Monaco, Liechtestein e Vaticano. L’intesa con la Svizzera, siglata a Milano il 23 febbraio 2015, modifica la convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione per evitare le doppie imposizioni e per regolare talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio. “Con il Protocollo, conforme allo standard Ocse, si determina un ampliamento del perimetro dello scambio di informazioni, che può riguardare imposte di qualsiasi natura, e si prevede il superamento del segreto bancario” si legge nel comunicato di Palazzo Chigi.
Sono inoltre definite procedure di cooperazione amministrativa tra i due Paesi che garantiranno uno scambio di informazioni effettivo e agevole, senza tuttavia ricorrere a ricerche generalizzate e indiscriminate. “Tali modifiche , che accrescono il livello di cooperazione tra i due Paesi, rendono più efficace il contrasto a meccanismi di elusione e evasione fiscale, con conseguenti effetti positivi per l’erario” prosegue la nota. Il protocollo entrerà in vigore dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della legge di ratifica e sarà comunque possibile richiedere informazioni sulle posizioni dei contribuenti in essere a partire dalla data della firma il protocollo (23 febbraio 2015).
Con la ratifica dell’accordo e del protocollo, con cui Monaco integra i requisiti previsti dalla normativa italiana in materia di rientro dei capitali (la cosiddetta voluntary disclosure), il Principato sarà escluso dalle black list e questo consentirà ai contribuenti italiani che aderiranno al programma di collaborazione volontaria, di fruire di una più agevole regolarizzazione in termini di riduzione delle sanzioni amministrative. Inoltre, il provvedimento prevede l’introduzione di disposizioni finalizzate ad eliminare eventuali casi di doppia imposizione e l’applicazione del credito d’imposta, secondo la formazione standard utilizzata generalmente dell’Italia nelle convenzioni contro le doppie imposizioni. Vengono anche regolamentati i casi di doppia residenza fiscale. Analoghe le considerazioni per gli accordi con la Santa Sede e il Liechtstein, che a seguito dell’intesa pone fine al segreto bancario.
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