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1/20/2016 | Stefano Massarotto – Facchini Rossi Soci
Nella Gazzetta Ufficiale n. 303 del 31 dicembre 2015 è stato pubblicato il Decreto ministeriale (28 dicembre 2015) che attua – per l’Italia - gli accordi internazionali sullo scambio automatico obbligatorio di informazioni fiscali introducendo lo standard OCSE (c.d. Common Reporting Standard – “CRS”).
Con riferimento ai periodi di imposta a partire dal 2016, le Autorità fiscali degli Stati UE ed extra-UE partecipanti allo standard OCSE si scambieranno reciprocamente e automaticamente le informazioni ottenute dagli intermediari finanziari relative a conti finanziari - tra cui il saldo a fine anno, le cedole, gli interessi, ma anche i corrispettivi di vendita o riscatto degli strumenti finanziari - e ai titolari dei medesimi, inclusi i dati dei titolari effettivi di entità (trusts, fondazioni, etc.) e dei beneficiari di polizze assicurative di natura finanziaria.
Oltre 90 giurisdizioni – tra cui, Svizzera, Austria, Jersey, Guernsey, etc. – hanno annunciato la loro adesione allo standard: 56 giurisdizioni si sono impegnate a darvi attuazione nel 2016, per poi scambiare i dati nel 2017; mentre circa 40 giurisdizioni si sono impegnate allo scambio con una tempistica posticipata di un anno (2018).
E il Quadro RW sarà abolito? Alla luce di quanto sopra, ci si chiede se siano ancora leciti - alla luce del principio comunitario della libera circolazione dei capitali dei principi comunitari - gli obblighi di monitoraggio fiscale (Quadro RW) per le attività finanziarie depositate presso intermediari finanziari residenti negli Stati partecipanti allo scambio automatico di informazioni.
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