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5/28/2014 | pieremilio.gadda
I beni rifugio non sono tutti uguali. Alcuni, ad esempio, brillano più di altri. Soprattutto se si tratta di diamanti da investimento. “Negli ultimi 10 anni hanno reso mediamente il 4,41% l’anno, vale a dire l’1-1,5% al netto dell’inflazione. A differenza di altri “safe heaven”, come ad esempio l’oro, hanno mostrato performance molto più stabili, in linea con le caratteristiche di protezione del capitale che molti investitori cercano in questo strumento. Basti pensare che i prezzi dei diamanti sono stati praticamente insensibili al crollo delle torri gemelle, al collasso dei subprime americani nel 2008 e anche alla crisi del debito europea, da cui faticosamente il Vecchio Continente sembra riemergere soltanto ora”, spiega Andrea Giacobazzi, responsabile di Intermarket Diamond Business, broker specializzato che dichiara una quota pari al 95% del mercato italiano, per una media di circa 130-150 milioni di euro intermediati ogni anno.
Nel caso di Idb, Il 15% dei volumi è rappresentato da clienti Private e l’investimento medio è di circa 22.000 euro. Ma l’importo minimo necessario per acquistare un diamante da investimento è prossimo ai 5.500/6.000 euro e risulta accessibile, quindi, anche a portafogli meno importanti. Di norma, spiega Giacobazzi, la componente destinata ai beni rifugio non dovrebbe superare il 10-15% del patrimonio finanziario. Tipicamente gli investitori interessati a questa tipologia d’investimento si rivolgono al canale bancario, che li mette in comunicazione con uno degli intermediari specializzati. Il Gruppo IDB collabora con diversi istituti di credito italiani, tra i quali Unicredit, Banco Popolare, Carige, Banca delle Marche e Banca Popolare Pugliese.
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