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Roghi (Invest Banca): “Comprate Italia ad ogni storno”

8/20/2014 | pieremilio.gadda

L'apertura di credito sull'Italia da parte degli investitori non è venuta meno. La correzione può essere un'opportunità d'acquisto


In questa fase, sono i flussi a governare i mercati. Molto più che i fondamentali. “Il dato sul Pil italiano è stato il pretesto per ulteriori prese di beneficio. Ma l'apertura di credito degli investitori sull'Italia non è venuta meno, come testimonia la tenuta dei titoli di Stato”. Gabriele Roghi, responsabile della consulenza agli investimenti di Invest Banca (nella foto) è tra coloro che vedono la correzione come un'opportunità d'acquisto: “Su Piazza Affari si può rimanere, anzi: si può comprare un po' di azioni ad ogni storno”.

 

Secondo Roghi, il principale segnale di allerta rimane lo spread, il differenziale di rendimento tra i Btp decennali e il corrispettivo Bund tedesco. Finché resta sotto i 200 punti base, spiega, non ci sono motivi per allarmarsi troppo. Intanto il responsabile della consulenza di Invest Banca continua a privilegiare i titoli del Vecchio Continente rispetto agli Usa: l'S&P500 ha raggiunto valutazioni troppo care ed è più facile trovare valore tra le aziende europee. Le prospettive dei mercati azionari restano legate a doppio filo alla dinamica degli utili. Negli ultimi tre anni, le attese degli analisti sui profitti delle quotate nella zona euro sono sempre andate deluse. Ma adesso, un euro un po' più debole dovrebbe aiutare le aziende europee a recuperare terreno. Sulle prospettive della moneta unica, tuttavia, Roghi non è troppo ottimista: l'euro-dollaro, giunto a metà agosto a quota 1,334, ai minimi da settembre del 2013, avrebbe già il fiato corto. Anzi. “Alcune analisi ipotizzano un possibile rafforzamento della moneta unica sul biglietto verde verso fine anno”.

 

Sui mercati emergenti intanto occorre ancora cautela, a causa della volatilità registrata sui cambi e sui flussi, con molti focolai di tensione aperti sul fronte geopolitico. “L'India è un po' sopravvalutata, il Brasile sta tornando a fair value, la Cina sta recuperando, la Russia invece è ancora a buon mercato: un price/earning pari a 5 non mette al riparo da un ulteriore calo delle quotazioni, ma offre certamente un cuscinetto di sicurezza importante”.

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