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11/5/2014 | Redazione Advisor
Dai massimi di tre anni fa, sopra 1900 dollari l'oncia, l'oro ha perso quasi il 40% del suo valore. Ma se il metallo giallo non luccica più, ci sono beni rifugio che non hanno smesso di brillare. “La domanda di diamanti da investimento continua a essere sostenuta. Da agosto in poi, in particolare, abbiamo osservato una crescita dei volumi pari a oltre il 15%”, dichiara Claudio Giacobazzi amministratore delegato di Intermarket Diamond Business (nella foto), broker specializzato che dichiara una quota pari al 95% del mercato italiano, per una media di circa 130-150 milioni di euro intermediati ogni anno.
Il ritorno dell'incertezza legata alle crisi geopolitiche, sul confine tra Russia e Ucraina e in Medio Oriente, i dubbi sulla sostenibilità della ripresa a livello globale, i timori sull'Ebola, le violente correzioni sui mercati, hanno aumentato l'appetito degli investitori per i diamanti da investimento. Divenuti sempre più competitivi rispetto ad altri beni rifugio: “E non solo perché i rendimenti non sono tassati, non si pagano né il bollo sul deposito titoli né aliquote sul capital gain. Semmai, vale la pena ricordare che gli immobili hanno perso appeal a causa della tassazione e l'oro ha mostrato di essere molto volatile”, ricorda Giacobazzi.
Al contrario i diamanti hanno offerto rendimenti stabili, nell'ordine del 4-4,5% (circa un paio di punti percentuali sopra l'inflazione). Negli ultimi 12 mesi, il rendimento è sceso al 3,28%, a fronte, però, di un calo significativo delle pressioni sull'andamento dei prezzi al consumo, scesi in territorio negativo. Non solo. “Nella Borsa diamanti, comincia a evidenziarsi un problema di carenza nell'offerta di pietre top di gamma, le sole adatte ad essere acquistate a titolo d'investimento. Questo potrebbe incidere positivamente sull'andamento delle quotazioni”.
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