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Voluntary disclosure, gli investimenti tornano centrali

4/16/2015 | Redazione Advisor

Bisogna capire se le strutture di patrimonio in essere all'estero saranno adeguate anche in Italia dal punto di vista fiscale e degli investimenti, spiega Ugo Formenton (Schroders Wealth Management)


Con l'accelerazione del cammino della normativa sulla Voluntary Disclosure numerosi investitori privati italiani dovranno effettuare scelte delicate per la gestione e la valorizzazione dei loro patrimoni, in un contesto radicalmente mutato a seguito del quantitative easing della Bce. "Con la voluntary disclosure, gli investimenti torneranno centrali: le risorse in entrata dovranno essere gestite e valorizzate. Sarà soprattutto importante capire se le strutture di patrimonio in essere all'estero saranno adeguate anche in Italia, sia fiscalmente sia dal punto di vista degli investimenti. Bisognerà inoltre analizzare le singoli componenti e valutare l’elemento della riservatezza post - voluntary, privilegiando gestori di capitale senza conflitti di interesse" ha detto Ugo Formenton, head of business development di Schroders Wealth Management, in occasione del convegno "2015, la volta buona? Scenario economico, scelte di investimento e novità fiscali".

Quanto alle scelte di investimento nel nuovo scenario, Mario Spreafico, responsabile investimenti di Schroders Wealth Management, ha sottolineato: “Dopo un ottimo avvio d’anno per i mercati globali, le prospettive per il resto del 2015 restano positive. L'eccesso di liquidità alimenta la propensione al rischio, creando un cuscinetto per i mercati azionari. In particolare, il mercato italiano risulta ancora attraente e con ottime probabilità di recupero dello sconto rispetto agli altri principali mercati dell’Eurozona. Quanto al mercato obbligazionario, è richiesto un approccio molto più selettivo. Negli ultimi 5 anni, gli investitori che avevano per la prima volta messo in discussione il credito sovrano italiano sono rimasti delusi. Naturalmente, la ritrovata fiducia ha spinto le emissioni corporate di aziende basate in Italia. Da pochi mesi, non si sente più parlare del rischio sovrano ed Il piano di quantitative easing della Bce ha creato un ombrello protettivo.

“Il credito investment grade offre ormai rendimenti omogenei con i titoli di Stato, mentre l'high yield è ancora interessante, pur avendo assistito a un boom di emissioni. Imprese quotate e anche alcune non quotate di medie dimensioni si stanno effettivamente disintermediando dal sistema bancario perché è più facile trovare capitali a costo inferiore sui mercati che presso le banche. Questo crea maggior assortimento e talvolta sovraffollamento, rendendo sempre più necessario selezionare attentamente gli investimenti nel mercato del credito” ha concluso Spreafico.

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