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Diamanti, boom di richieste in Italia

2/17/2016 | PierEmilio Gadda

Il transato è cresciuto del 20% nel 2015, favorito da un aumento dell'avversione al rischio e dai benefici fiscali


I diamanti sono i migliori amici delle ragazze, cantava Marilyn Monroe ne “Gli uomini preferiscono le bionde”. Vale anche per gli investitori a caccia di un porto sicuro. Secondo un'analisi di Intermarket Diamond Business, broker specializzato che dichiara una quota pari all'80% del mercato italiano, dal 1985 in avanti i diamanti da investimento hanno reso il 3,7% l'anno. Più o meno in linea con la performance del mercato immobiliare domestico.

 

"Oggi possono offrire un rendimento nominale nell'ordine del 2/2,5% su basse annua. Vale la pena ricordare che il mattone è molto penalizzato dal punto di vista fiscale oggi e l'oro, al netto del recente rimbalzo, ha dimostrato di essere una classe di attivo altamente speculativa. In definitiva - chiosa Claudio Giacobazzi, amministratore delegato di Idb (nella foto) - i diamanti da investimento sono rimasti l'unico vero bene rifugio". Non è un caso se nel corso del 2015 il valore delle transazioni in Italia è aumentato di circa il 20%, a quota 230 milioni di euro: circa un quinto del mercato globale, il 78% in più rispetto ai numeri registrati nel 2013. A differenza di altri “safe heaven”, i diamanti hanno mostrato performance molto più stabili, in linea con le caratteristiche di protezione del capitale che gli investitori cercano in questo strumento.

 

Non tutte le pietre però sono adatte ad essere acquistare in ottica d'investimento. Bisogna privilegiare i diamanti di dimensioni relativamente piccole, tra mezzo e un carato e di qualità eccellente: "Si tratta di una minuscola fetta dei diamanti tagliati a gemma, circa lo 0,2% della produzione mondiale - ricorda Giacobazzi -. É indispensabile che la pietra sia corredati da certificazione gemmologica riconosciuta a livello internazionale e da una attestato di eticità che ne certifichi la provenienza". L'investimento minimo parte da 5.000 euro circa e l'orizzonte d'investimento consigliato è di 5/7 anni.

 

Occorre ricordare che si tratta di una classe di attivo relativamente poco liquida. "Siamo tra i pochissimi operatori ad offrire il servizio di disinvestimento - osserva l'ad -. Nel 2015 siamo riusciti a dimezzare i tempi di mercato per il ricollocamento, che è passato da 90 a 43 giorni, in media" Nel caso di Idb, non sono previsti costi d'ingresso o di gestione. L'unica voce di spesa è rappresentata dalla commissione d'intermediazione che si paga al momento della vendita e scende all'aumentare della permanenza: dal 16% se si disinveste dopo un anno dall'acquisto al 7% dopo 7 anni. I diamanti, inoltre, sono esenti dalla tassazione sul capital gain. E non sono soggetti neppure al bollo sul deposito titoli. Se l'acquirente è una persona fisica, si paga soltanto l'Iva che è già incorporata nelle quotazioni pubblicate su base trimestrale sulle pagine del Sole 24 Ore e viene recuperata al momento della vendita.

 

IDB offre un servizio gratuito di custodia dei diamanti presso i propri caveau. Oppure l'investitore può custodirli in una cassetta di sicurezza bancaria o presso la propria abitazione (in questo caso la società paga l'assicurazione per un anno a condizione che il cliente abbia una cassaforte a muro). Attualmente la società ha sviluppato partnership commerciali con Unicredit, il Gruppo Banco Popolare (Banca Aletti inclusa), Veneto Banca, Unipol Banca, Carige e Banca Popolare di Bari.

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