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Nordic Ideas - Il Forex, una componente «alternativa» per diversificare il portafoglio

3/9/2016 | Nordea

Le valute possono proteggere il portafoglio in fasi turbolente dei mercati finanziari


Le valute sono generalmente considerate investimenti ad alto rischio in quanto prevederne l’andamento è un esercizio estremamente difficile. In via generale, domanda e offerta sono i due elementi chiave per identificare il tasso di cambio tra due valute, ma ci sono molteplici variabili che possono influenzarne il corso. Interventi di politica monetaria, manovre sul debito pubblico, variazioni nelle componenti del Prodotto Interno Lordo quali consumi, investimenti e spesa pubblica, sono solo alcuni esempi di fattori che possono contribuire ad alterare, anche volontariamente, il tasso di cambio tra due valute.

 

Tuttavia le valute, se utilizzate in modo corretto, possono sorprendentemente aiutare a diversificare un portafoglio e a proteggerlo dalle fasi di ribasso dei mercati azionari (risk off). Negli ultimi anni, con il drastico calo dei rendimenti dei bond governativi il potenziale di protezione della duration in fasi di risk off si è ridotto notevolmente. Ciò ha spinto il team Multi Asset di Nordea a ricercare asset «alternativi» che fossero in grado di proteggere il portafoglio in fasi turbolente dei mercati azionari. Tra i diversi asset presi in considerazione, il team ha scelto le valute, nonostante avessero una natura poco stabile, proprio per la capacità di offrire quell’effetto di decorrelazione di cui i nostri fondi multi asset flessibili (quali ad esempio Stable Return Fund e Flexible Fixed Income Fund) avevano bisogno per ristabilire il giusto bilanciamento tra asset «sicuri» e «asset rischiosi». Poiché questi portafogli non sono gestiti effettuando scommesse direzionali sulla base di decisioni macroeconomiche, è importante che siano sempre ben equipaggiati per fornire protezione durante le fasi di bear market. In questo senso il ricorso a valute quali il Dollaro americano o lo Yen giapponese può apportare protezione al portafoglio, quando esse si trovano ad essere svalutate.

 

Su quali valute puntare? La scelta dei pair trade (ovvero coppie di valute, scelte sempre nell’ambito del G10 e tra paesi ritenuti «di qualità») non avviene in modo discrezionale o sulla base di scommesse direzionali, ma tramite l’individuazione di posizioni reciproche di sottovalutazione seguendo il principio della parità del potere di acquisto. Tra le valute utilizzate maggiormente nel 2015, ritroviamo proprio il Dollaro americano e lo Yen giapponese. Essendo entrambe sottovalutate rispetto all’Euro (in base al principio della parità del potere d’acquisto), i nostri gestori avevano osservato che in fasi di mercati orso, gli investitori si rifugiavano sulle valute più svalutate che quindi tendevano ad apprezzarsi. E’ un po’ quello che i grafici in evidenza vogliono evidenziare. In fasi di risk off dei mercati come per esempio la crisi finanziaria del 2008 piuttosto che la cosiddetta crisi dei debiti sovrani (periodi marcati in rosso), quando i rendimenti scendevano il dollaro e lo Yen tendevano ad apprezzarsi. Maggiore era la loro svalutazione, maggiore era il loro apprezzamento. Queste posizioni hanno contribuito in modo significativo nel periodo in cui sono state utilizzate nei portafogli (il Dollaro USA durante 2014 e 2015 e lo JPY durante il 2015), per cui le loro capacità di protezione oggi si sono scaricate. A febbraio del 2016 il team Multi Asset aveva identificato una serie di nuovi pair trade a protezione del capitale: SEK/NZD, JPY/ AUD e JPY/GBP.

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