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AIPB, il 34% dei baby boomers non pensa al futuro

5/11/2016 | Stefania Pescarmona

Per i private client over 55 è arrivato il momento di definire il destino delle proprie ricchezze. Focus sul passaggio generazionale, ma fondamentale è avere alle spalle un solido servizio di advisory


Baby boomers alle prese con il proprio futuro. Dopo decenni impiegati a investire e tentare di accrescere i loro portafogli, i clienti private con più di 55 anni, i cosiddetti baby boomers, devono pensare al destino delle proprie ricchezze. Analizzando i dati forniti dall’ufficio studi di Aipb, siamo di fronte a un progressivo invecchiamento della clientela: la media dell’età dei clienti private, oggi, si è infatti alzata a 55 anni, uno in più rispetto al 2009. Nello stesso tempo, si sta registrando anche un aumento di numero di questa fascia di età: i clienti che hanno tra i 55 e i 64 anni, infatti, appartengono alla fetta più popolosa (38%), nonché la più in espansione.

 

“Per tale ragione, dal canto loro, le banche e gli operatori di settore stanno affinando la gamma dei servizi anche in questa direzione, per potersi proporre come consulenti esclusivi su tutto, sensibilizzando i clienti verso il passaggio generazionale e la pianificazione ereditaria, che non devono più essere avvertiti come costi, ma come investimenti a tutti gli effetti - spiega Aipb - Infatti, passaggio generazionale non fa più rima soltanto con ottimizzazione fiscale, ma anche con conservazione dell’integrità dell’azienda in senso ampio”. Ed ecco, quindi, che figli ed eredi, cioè i clienti private di domani, finiscono per rientrare nelle linee d’investimento dei genitori. Ad oggi, il 53,1% dei clienti over 55 si trova a dover affrontare questo problema o, comunque, dovrà occuparsene nel prossimo futuro. Di questi, il 66% ha già provveduto a pianificare il passaggio generazionale, ma resta un 34% che ancora non vi ha provveduto.

 

Fondamentale, per il cliente, è avere alle spalle un solido servizio di advisory. “A questo punto, il professionista e la banca non stanno offrendo più un servizio di consulenza solo all’imprenditore, ma alla famiglia, in un ambito, quello private, in cui l’impresa è di fatto un bene di famiglia”, prosegue Aipb. Anche per i private bankers si apre una nuova sfida. Se ci sono clienti in procinto di lasciare le redini delle proprie aziende alle generazioni successive, in un futuro non tanto lontano il mondo private sarà oggetto di cambiamenti non indifferenti. I consulenti di oggi si troveranno a relazionarsi con una clientela del tutto rinnovata, con bisogni ed esigenze diversi, che parlerà la lingua della tecnologia. “Per questo i private banker devono tenersi pronti e armarsi di nuovi strumenti per continuare a essere competitivi sul mercato”, conclude Aipb.


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