Tempo di lettura: 2min
3/22/2017 | Stefania Pescarmona
Nel mondo del private banker non tutti gestiscono portafogli della stessa qualità e quantità: il settore si suddivide, infatti, in segmenti molto articolati a seconda della dimensione dei portafogli. Stando ai numeri, una quota di professionisti serve un mondo di upper affluent, mentre altri sono più nettamente spostati sulla realtà del wealth management vera e propria.
Esaminando, infatti, i dati di profilo dell’indagine Take care of your Private banker di Aipb, è possibile individuare tre segmenti di riferimento e analizzarne le dimensioni. Le dimensioni dei tre segmenti sono distribuite quasi come una curva normale: il 33% sono banker con portafogli di dimensione contenuta, cioè inferiore ai 30 milioni di euro; il 51% sono banker con portafogli intermedi, cioè tra i 30 e i 110 milioni di euro; infine, il restante 16% è rappresentato da banker con portafogli ampi, superiori ai 110 milioni di euro.
“In particolare, i banker del primo gruppo sono per il 74% dei casi degli “agenti”, mentre quelli del secondo e terzo gruppo sono dei “dipendenti” rispettivamente nell’82 e 94% dei casi, evidenziando una correlazione tra dimensione del portafoglio e tipologia di contratto del professionista”, ha commentato Aipb, aggiungedo che i banker dipendenti gestiscono portafogli più ampi, a fronte dei banker agenti che hanno mediamente portafogli di dimensione più contenuta. Se è vero che tra i private banker ci sono queste differenze, è altrettanto vero che tutti i banker - indipendentemente dalla dimensione dei portafogli che hanno in gestione - hanno le medesime responsabilità nei confronti dei clienti. Responsabilità imposte e descritte da una norma europea, Mifid 2, che entrerà sempre più nel merito della professione, nella prospettiva di una tutela della clientela sempre maggiore.
Accedi a funzionalità esclusive e migliora la tua esperienza di navigazione
Abbonati a prezzi speciali. La rivista sul tuo desk in ufficio
Scopri le categorie