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Banor, prudenza sugli HY e occhio ai titoli FAANG

6/27/2017 | Redazione AdvisorPrivate

La società consiglia di affrontare il mercato con un approccio value, ricordando che i rischi maggiori derivano dalla fine delle politiche monetarie ultra espansive e dalla crescente incertezza geopolitica


Rallentamento dell’economia americana, rialzo dei tassi di interesse reali, deflazione o forte inflazione e incertezza politica globale. Questi i principali fattori di rischio che secondo Banor - società specializzata nella gestione di capitali e nella consulenza su grandi patrimoni - potrebbero impattare sull’attuale situazione di mercato. Non a caso, Luca Riboldi, responsabile investimenti di Banor Sim, illustrando la posizione sui mercati della società, ha dichiarato che “ci vorrà prudenza negli investimenti da oggi fino a fine anno” .

In questo contesto, ben si posiziona la la filosofia di gestione della società, “da sempre ispirata ai principi del value investing”, ha spiegato il fondatore e amministratore delegato, Massimiliano Cagliero (nella foto), ricordando che si tratta di un approccio orientato a individuare il valore inespresso delle aziende. “Questo vuol dire non solo conoscere bene i titoli in cui investiamo, ma anche comprendere a fondo i driver che determinano l’andamento dei mercati”, ha precisato Cagliero.

In ottica di asset allocation consigliata da qui a fine anno, “abbiamo un approccio prudente sulla parte corporate high yield, più europei che americani, e suggeriamo un deciso sottopeso su questa asset class”, spiegano gli esperti, ricordando che “la duration non lunga è da giocarsi sui governartivi americani e sull’equity” e che “una parte cash è da tenere in portafoglio per cogliere eventuali opportunità”, mentre scommettono sulla possibilità di generare performance puntando sui settori che hanno ancora un margine di sottovalutazione.

Per quanto riguarda i mercato azionari, gli investitori continuano a dirigersi verso il mercato azionario e quello obbligazionario degli high yield. Ma, per la prima vota nella storia, il dividend yield delle azioni europee è superiore al rendimento dei bond high yield (3,2% vs 2,8%). “Stiamo monitorando con particolare attenzione questa situazione e ci mostriamo prudenti sulle obbligazioni high yield che oggi sembrano non prezzare il rischio implicito”, hanno spiegato gli esperti di Banor Sim, dichiarando che sui mercati azionari sono prudenti soprattutto in certi comparti, come quello tecnologico Usa dove i multipli dei titoli FAANG (ovvero Facebook, Amazon, Apple, Netflix e Google) hanno raggiunto livelli storicamente molto elevati, sebbene sia forse eccessivo parlare di una bolla. “Queste società sono molto solide e ben patrimonializzate, ma, nel medio termine, potrebbero intervenire fattori esogeni a rallentare le loro performance: per esempio una modifica del quadro normativo e fiscale potrebbe mutare e imporre dei limiti alla loro espansione”, hanno concluso.

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